Nel cuore dell’Universo: il pianeta più remoto ha un aspetto sorprendentemente familiare

"La differenza di punto di vista tra Keplero e gli osservatori qui sulla Terra ci ha permesso di triangolare dove si trova il sistema planetario lungo la nostra linea di vista"
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Nel vasto e misterioso regno dell’universo, la scoperta di nuovi pianeti continua a stupire e affascinare gli astronomi di tutto il mondo. Un team internazionale di ricercatori ha annunciato la rilevazione di uno dei pianeti più remoti mai individuati, aprendo nuove prospettive sulla nostra comprensione dell’Universo. Il protagonista di questa eccezionale scoperta è K2-2016-BLG-0005 Lb, un gigante gassoso che, nonostante la sua distanza di 17.000 anni luce dalla Terra, ha catturato l’attenzione degli studiosi grazie ai dati del telescopio spaziale Kepler.

K2-2016-BLG-0005 Lb

L’impresa di individuare K2-2016-BLG-0005 Lb è stata resa possibile dalla tecnica innovativa del microlensing gravitazionale, una modalità di osservazione complessa che sfrutta la deformazione dello spazio-tempo causata dalla massa di un corpo celeste. Mentre il telescopio Kepler è noto per la sua abilità nel rilevare pianeti attraverso il metodo del transito, che misura la diminuzione della luminosità di una stella quando un pianeta le attraversa davanti, il microlensing gravitazionale si basa su un raro allineamento celeste.

Il fatto che Kepler, inizialmente non progettato per utilizzare questa tecnica, sia riuscito a individuare K2-2016-BLG-0005 Lb è un trionfo dell’ingegnosità umana e della capacità di adattamento nella ricerca scientifica. Il telescopio, lanciato nel 2009, ha segnato un’era di scoperte esoplanetarie, portando alla luce oltre 3.000 nuovi mondi durante la sua missione decennale.

Il microlensing gravitazionale offre un vantaggio unico: la possibilità di individuare pianeti a distanze notevolmente maggiori dalla Terra rispetto al metodo del transito. In questo caso, K2-2016-BLG-0005 Lb si distingue come il pianeta più lontano mai rilevato da Kepler, aprendo una finestra su mondi ancora inesplorati e remoti.

La somiglianza con Giove

La caratteristica che rende questa scoperta ancora più affascinante è la somiglianza di K2-2016-BLG-0005 Lb con il nostro Giove. Con una massa di circa 1,1 volte quella di Giove, questo gigante gassoso orbita attorno alla sua stella a una distanza di 4,4 unità astronomiche. Questa posizione orbitale risulta sorprendentemente simile a quella di Giove nel nostro sistema solare, sollevando domande intriganti sulla formazione e l’evoluzione dei pianeti.

Il coautore della ricerca, Eamonn Kerins dell’Università di Manchester, ha spiegato che “la differenza di punto di vista tra Keplero e gli osservatori qui sulla Terra ci ha permesso di triangolare dove si trova il sistema planetario lungo la nostra linea di vista“. Questo approccio ha consentito di determinare con precisione la massa di K2-2016-BLG-0005 Lb e la sua distanza orbitale dalla sua stella ospite, aprendo una finestra su un pianeta che si presenta come il gemello identico di Giove.

La scoperta non solo alimenta la nostra curiosità scientifica ma ha anche implicazioni significative per la ricerca di vita extraterrestre. Nel nostro sistema solare, Giove ha svolto un ruolo cruciale nelle condizioni che hanno permesso alla Terra di prosperare. Trovare pianeti analoghi a Giove in orbita attorno a stelle distanti potrebbe essere la chiave per identificare ambienti propizi alla vita.

Ogni nuovo pianeta individuato apre nuove porte alla comprensione delle origini del nostro sistema solare e delle condizioni che favoriscono la vita. Mentre la ricerca continua, siamo destinati a scoprire ancora più meraviglie nascoste tra le stelle.

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