Un operatore medico si è collegato dall’Italia in diretta verso lo spazio: si è trattato di una fase cruciale del coinvolgimento di GVM Assistance, azienda di GVM Care & Research che si occupa di sviluppare e fornire servizi innovativi di sanità digitale, nell’ambito della missione di Axiom Ax-3, grazie alla collaborazione con l’Aeronautica Militare. Dalla sede di Imola, il dott. Giampaolo Stopazzolo, Medical Director di GVM Assistance, si è collegato con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per un colloquio con il Col. Walter Villadei, ufficiale dell’Aeronautica Militare e membro dell’equipaggio della missione, in merito agli effetti positivi che la telemedicina potrebbe apportare all’esperienza in orbita degli astronauti.
Dopo i saluti di Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna: “siamo orgogliosi che lei possa partecipare a questa missione spaziale e le garantisco che investiamo e investiremo sulla filiera dell’aerospazio e sulla Space Economy per i prossimi anni”, il Col. Villadei ha esordito così dalla Stazione Spaziale Internazionale: “è un onore rappresentare l’Italia. Molto abbiamo fatto anche con la Regione Emilia Romagna e sono veramente contento di portare qui innovazione, scienza e tecnologia proveniente da questa Regione”.
Ettore Sansavini, Presidente di GVM Care & Research ha proseguito con i saluti:“abbiamo sempre creduto nella telemedicina e nel futuro della sanità, che sarà sempre più digitale e senza confini. E lo spazio è una nuova frontiera da esplorare con i nostri sistemi e tecnologia. Siamo orgogliosi che lei ci aiuti in questa sfida e la abbraccio calorosamente”.
Il collegamento è poi proseguito con un dialogo tra il dott. Stopazzolo e il Col. Walter Villadei sulle condizioni del corpo umano in condizioni di microgravità. “In queste condizioni non si percepisce il peso, vengono meno i segnali vestibolari della gravità e i gradienti di pressione idrostatica vengono annullati; inoltre i liquidi addominali vengono concentrati nella parte toracica e nella testa, la diuresi aumenta e il volume totale dei fluidi nel corpo, sangue incluso, diminuisce con il trascorrere del tempo” ha spiegato il dottore.
In questo contesto, l’impiego della telemedicina potrà in futuro ricoprire un ruolo importante nel monitoraggio dei bioparametri degli astronauti, per comprendere al meglio come il corpo si adatta alle diverse condizioni gravitazionali e quali accorgimenti adottare nel caso di condizioni fisiche particolari, come ad esempio qualora si manifestasse la cosiddetta “Sindrome da adattamento allo spazio” (Space Adaptation Syndrome) o, al rientro, la “Sindrome da sbarco” (Disembarkation Syndrome), rispetto alle quali tutti gli astronauti fanno attività preparatorie specifiche.
Giuseppe Speziale, Vice Presidente di GVM Care & Research: “seguire lo stato di salute di una persona a grandi distanze (così anche nello spazio) sarà dunque possibile. L’app GVM Assistance racchiude la tecnologia che ci permetterà in futuro di essere ancor più vicini ai pazienti, seguiti da uno staff medico in ogni momento della vita, a casa o in viaggio, anche in posti remoti”
Andrea Masina, AD di GVM Assistance: “la missione spaziale rappresenta un test di ultima frontiera. I risultati ci daranno un riscontro in termini di sostenibilità del sistema e di validità dei servizi che stiamo sviluppando ed erogando. Nell’ambito della Space Economy, questa è un’opportunità per accreditarsi come partner per quei servizi che un domani saranno indispensabili al supporto dello sviluppo dell’economia di questo settore. L’obiettivo è quello di partecipare alla sanità del futuro che non riguarda solo la Terra ma anche lo spazio”.
Il fine ultimo del progetto di GVM Assistance, in relazione alla missione Ax-3, è infatti quello da un lato di migliorare le future esperienze nello spazio, e prepararsi alla sfida futura di missioni spaziali sempre più lunghe salvaguardando la salute degli astronauti, dall’altro di trovare applicazioni anche per il trattamento di pazienti sulla Terra.