Ritrovato il tempio perduto di Artemide: scoperta incredibile sull’Isola di Eubea

Durante la campagna del 2023 i ricercatori hanno portato alla luce i resti di un secondo tempio dedicato alla dea della caccia
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Un’équipe di archeologi svizzeri e greci ha portato alla luce un tempio della dea Artemide (Diana nella mitologia romana) alto 30 metri sull’isola di Eubea, in Grecia. L’edificio, risalente al VII secolo a.C., faceva parte del santuario di Artemide Amarysia, scomparso da tempo. Sono state scoperte anche numerose offerte esotiche, strutture sacrificali e rovine di epoche precedenti.

La scoperta

La Scuola svizzera di archeologia in Grecia (Esag) ha illustrato ora i risultati delle esplorazioni effettuate nell’estate 2023 presso il santuario di Amarynthos. Gli scavi facevano parte di un progetto di ricerca guidato da Sylvain Fachard, direttore dell’Esag, e da Angeliki G. Simosi, archeologo dell’Eforo delle Antichità del Pireo e delle Isole. Durante la campagna di scavi, gli archeologi sono stati sorpresi dalla scoperta di un nuovo tempio dedicato ad Artemide, la dea greca della caccia.

Questa struttura arcaica si distingue per le sue dimensioni “perfette”: 34 metri di lunghezza. Sono state portate alla luce anche ricche offerte (gioielli, vasi, armi e oggetti esotici) e altari sacrificali.

L’Artemision di Amarynthos

L’Artemision di Amarynthos è un vasto santuario dedicato ad Artemide sull’isola di Eubea: questo complesso di culto, a lungo perduto, è stato localizzato dagli archeologi nel 2007. Dieci anni dopo, è stato portato alla luce il primo tempio di Artemide, risalente al VI secolo a.C.

Durante la campagna del 2023 i ricercatori hanno portato alla luce i resti di un secondo tempio dedicato alla dea della caccia. Questo luogo di culto, costruito nel VII secolo a.C., ha riservato molte sorprese agli scavatori. Ha una pianta absidale raramente attestata nel periodo arcaico e le sue dimensioni sono impressionanti. Si tratta infatti di un “tempio a cento piedi” (hecatophedon). È lungo 34 metri, ovvero 100 piedi nel sistema metrico greco. Questa misura simbolica ideale si ritrova in altri monumenti dello stesso periodo, come il vicino santuario di Apollo Daphnephoros.

Durante l’esplorazione di questo nuovo tempio di Artemide, gli archeologi hanno portato alla luce una serie di offerte di culto: un’idria a figure nere, un alabastro corinzio, gioielli in materiali preziosi (ambra, corallo, argento e oro) e armi in bronzo e ferro. Questi manufatti tipici erano accompagnati da oggetti più esotici come una statuetta in terracotta del dio egizio Bes, sigilli di carabidi e una magnifica testa d’avorio di stile egizio.

La bellezza del Tempio di Artemide

Questa scultura era irriconoscibile quando è emersa per la prima volta dal terreno, ma la sua piena bellezza è stata rivelata dopo il restauro. Queste offerte potrebbero indicare che il santuario di Artemide Amarysia era frequentato da mercanti stranieri. Durante lo scavo del tempio sono stati individuati anche focolari o altari sacrificali. È interessante notare che queste strutture si trovavano all’interno, anziché all’esterno, come è consuetudine nei santuari greci.

Sono stati trovati spessi strati di cenere e ossa carbonizzate. Il fuoco che ardeva su queste piattaforme di pietra era probabilmente utilizzato per consumare le porzioni di vittime animali offerte alla dea della caccia. Con l’avanzare degli scavi, è stata svelata la storia del santuario di Artemide Amarysia. La scoperta di tracce di fuoco suggerisce che il tempio arcaico di 100 piedi fu parzialmente distrutto nella seconda metà del VI secolo a.C.

Fu poi ricostruito con mattoni di fango, in attesa della costruzione di un nuovo luogo di culto alla fine del secolo. Infine, gli scavi archeologici effettuati nell’estate del 2023 hanno portato alla luce resti di epoche precedenti: un edificio e statuette di animali in bronzo risalenti al IX o all’VIII secolo a.C., nonché una testa di toro in terracotta risalente alla tarda età del bronzo. Questi reperti sembrano confermare le origini preistoriche del culto di Artemide ad Amarynthos.

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