Trent’anni di Hubble: dalla sfocatura alla visione nitida dell’Universo

Il telescopio Hubble è stato cruciale nel caratterizzare le galassie vicine e nella scoperta di oggetti celesti unici
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Il 13 gennaio 1994 segnò una pietra miliare nella storia dell’astronomia quando il telescopio spaziale Hubble, lanciato nel 1990, trasformò un’epoca oscura di sfocatura in un’era di immagini celestiali nitide e dettagliate. I primi tre anni della sua missione avevano visto il telescopio lottare con un problema apparentemente insormontabile che minacciava di sminuire la sua potenza di visione. Tuttavia, grazie a un’audace soluzione ingegneristica e una memorabile missione di riparazione, Hubble si riprese e da allora ha continuato a stupire il mondo con la sua visione affilata dell’universo.

L’origine del problema ottico

Appena tre mesi dopo il suo lancio nel 1990, gli astronomi scoprirono che le immagini catturate da Hubble erano notevolmente sfocate. L’entusiasmo iniziale si trasformò in preoccupazione quando una rigorosa analisi rivelò che l’aberrazione sferica, causata da un errore nella curvatura dello specchio primario, stava offuscando la chiarezza delle immagini. Il cuore del problema risiedeva nella fase di fabbricazione dello specchio, dove un dispositivo di misurazione difettoso aveva compromesso la precisione necessaria.

Il COSTAR

La risposta a questo dilemma fu rapida ed efficiente. Gli scienziati e gli ingegneri svilupparono il Corrective Optics Space Telescope Axial Replacement (COSTAR), uno strumento correttivo progettato per compensare l’aberrazione sferica. La missione di riparazione, STS-61, fu lanciata il 2 dicembre 1993, portando con sé un equipaggio di astronauti guidati dal comandante Richard Covey. Durante questa epica missione dello Space Shuttle Endeavour, il COSTAR fu installato con successo insieme a una nuova telecamera e a uno spettrometro avanzato, che migliorarono notevolmente le capacità di osservazione del telescopio.

Il trionfo della riparazione

La missione STS-61 dimostrò di essere un trionfo della scienza e dell’ingegneria. Dopo l’installazione del COSTAR e degli altri strumenti, le immagini trasmesse da Hubble divennero straordinariamente chiare e dettagliate, superando le aspettative degli scienziati. La primissima immagine corretta, inviata il 13 gennaio 1994, mostrava il nucleo della galassia M100 e rivelava in modo lampante il notevole miglioramento nella qualità dell’immagine.

La comparazione tra le immagini della galassia M100 prima e dopo la correzione dell’ottica è un tributo alla riuscita della missione STS-61. La foto scattata con la Wide Field and Planetary Camera di seconda generazione (WFPC-2) installata durante la missione di manutenzione dimostrò la completa correzione dell’aberrazione nello specchio primario di Hubble. Questo significava che il telescopio poteva ora risolvere con chiarezza strutture deboli fino a 30 anni luce di diametro in galassie distanti di decine di milioni di anni luce.

Il cammino verso le stelle

Il successo della riparazione consolidò il ruolo di Hubble come uno degli strumenti di osservazione celeste più avanzati. Da quel momento in poi, il telescopio ha continuato a contribuire in modo significativo alla nostra comprensione dell’universo. Ha misurato l’espansione dell’universo, rivelando l’esistenza dell’energia oscura. Ha esplorato galassie antiche, ha catturato la formazione stellare nelle regioni più remote e ha fornito dati vitali per la cosmologia e l’astrofisica.

Il telescopio Hubble è stato cruciale nel caratterizzare le galassie vicine e nella scoperta di oggetti celesti unici. La sua visione nitida ha identificato supernovae e ha contribuito in modo significativo alla nostra comprensione dei processi che guidano la vita e la morte delle stelle.

Oltre tre decenni dopo il suo lancio, il telescopio spaziale Hubble rimane un testimone straordinario delle meraviglie dell’universo. Le sue immagini continuano a sorprendere gli scienziati e il pubblico, rappresentando una finestra aperta sulla vastità e la bellezza dell’universo. Hubble, con il suo occhio affilato e la sua storia di resilienza, rimane una testimonianza tangibile del nostro desiderio di esplorare le profondità dello spazio e di svelare i segreti più intimi dell’universo che ci circonda.

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