Il rover Perseverance della NASA ha scoperto che il cratere Jezero di Marte era – ad un certo punto della sua storia – pieno d’acqua, offrendo la suggestiva speranza sulla possibile scoperta di vita fossilizzata sul Pianeta Rosso. Il veicolo, che è atterrato sul cratere nel febbraio 2021 insieme al suo compagno Ingenuity, ormai in pensione, ha fatto la scoperta utilizzando un radar penetrato nel terreno, rivelando strati di sedimenti appartenenti in passato a un lago che successivamente si è prosciugato in un gigantesco delta.
Vita antica su Marte
La scoperta alimenta la speranza per cui, una volta che i campioni geologici raccolti da Perseverance dal cratere torneranno sulla Terra, i ricercatori possano trovare prove che indicano che la vita antica ha prosperato su Marte, ora arido. I ricercatori hanno pubblicato i loro risultati il 26 gennaio su Science Advances.
“Dall’orbita possiamo vedere diversi depositi, ma non possiamo dire con certezza se ciò che vediamo è il loro stato originale, o se stiamo vedendo la conclusione di una lunga storia geologica,” ha dichiarato l’autore principale dello studio, David Paige, professore di scienze planetarie all’UCLA. “Per capire come si sono formati questi strati, dobbiamo vedere sotto la superficie“.
Perseverance e Ingenuity
Il rover Perseverance della NASA è parte fondamentale della missione Mars 2020 dell’agenzia spaziale, del valore di 2,7 miliardi di dollari. Da quando è arrivato su Marte, il rover, insieme al più anziano rover Curiosity, ha cercato segni di vita antica sulla superficie marziana scandagliando il cratere Jezero, raccogliendo decine di campioni di rocce per un futuro ritorno sulla Terra. Per 3 anni, il rover è stato accompagnato dall’elicottero Ingenuity, che ha eseguito il suo 72° e ultimo volo sulla superficie marziana il 18 gennaio.
Impulsi radar nel terreno
Perseverance, delle dimensioni di un’auto, è dotato di 7 strumenti scientifici, tra cui il Radar Imager for Mars’ Subsurface Experiment (RIMFAX). “Sparando” impulsi radar nel terreno ogni 10 cm lungo il suo lungo e solitario percorso, il rover ha creato una mappa dei riflessi provenienti da profondità di circa 20 metri sotto la superficie del cratere marziano.
Ora, questa mappa radar ha rivelato l’esistenza di sedimenti – sospettati da studi passati ma mai confermati precedentemente – che suggeriscono che il cratere era una volta inondato dalle acque di un lago gigantesco. Come nei laghi in prosciugamento sulla Terra, i suoi sedimenti sono stati trasportati da un fiume che ha formato un grande delta, prima di essere successivamente depositati e intaccati da 2 fasi distinte di erosione.
“I cambiamenti che vediamo conservati nel registro roccioso sono determinati da cambiamenti su larga scala nell’ambiente marziano,” ha spiegato Paige. “È interessante che possiamo vedere così tante prove di cambiamento in una così piccola area geografica, il che ci consente di estendere le nostre scoperte alla scala dell’intero cratere“.
Marte come pianeta dimora di vita
Poiché la vita sulla Terra dipende fortemente dall’acqua, le prove di acqua su Marte potrebbero essere un indizio vitale che indica il pianeta era una volta dimora di vita, o che la vita potrebbe ancora esserci. Va evidenziato però che le prove sono ancora sfuggenti.
La missione di ritorno dei campioni
Per restituire il prezioso carico di Perseverance, il rover della NASA attenderà l’arrivo del Sample Retrieval Lander dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), un veicolo spaziale dotato di un piccolo razzo che il rover caricherà con i suoi campioni di roccia e suolo e che poi verrà lanciato nuovamente in orbita.
Dopo essere stato lanciato nello Spazio, il razzo contenente il campione sarà raccolto dall’Earth-return orbiter (ERO) dell’ESA per un volo di ritorno sulla Terra. Inizialmente, la NASA aveva pianificato il lancio di ERO per il 2026, ma questa data è stata successivamente posticipata al 2028, il che significa che il campione tornerà sulla Terra non prima del 2033.