Il 9 febbraio 1986, la cometa di Halley raggiunse il perielio, il punto più vicino al Sole, durante la sua ultima apparizione nel Sistema Solare. Fu un evento storico, atteso da decenni e seguito con grande entusiasmo da astronomi e appassionati di tutto il mondo.
La cometa era visibile ad occhio nudo in molte parti del mondo, sebbene la sua luminosità fosse inferiore alle aspettative a causa di un’eruzione vulcanica che ne aveva oscurato la chioma. Passò a circa 88 milioni di km dal Sole, sfiorando la sua corona. Astronomi da tutto il mondo sfruttarono l’occasione per condurre una serie di osservazioni scientifiche, studiando la sua composizione, struttura e attività.
L’apparizione della cometa di Halley ebbe un grande impatto culturale, ispirando artisti, musicisti e scrittori. Eventi speciali, mostre e celebrazioni furono organizzati in tutto il mondo.
È stato un evento memorabile che ha acceso l’immaginazione di persone di tutto il mondo. Il suo ritorno nel 2061 sarà un’occasione imperdibile per la prossima generazione di ammirare questo affascinante corpo celeste.
Cos’è la cometa di Halley, storia e origine
La cometa di Halley è un corpo celeste periodico, con un’orbita ellittica che lo porta vicino al Sole ogni 76 anni circa. È stata osservata fin dall’antichità, ma nel 1705 l’astronomo inglese Edmund Halley fu il primo a calcolarne l’orbita e predire il suo ritorno nel 1758, confermando così la natura periodica del fenomeno. È composta principalmente da ghiaccio, polveri e gas con una piccola componente rocciosa. Durante il passaggio vicino al Sole, il calore provoca l’evaporazione del ghiaccio, creando una luminosa chioma di gas e polveri e una caratteristica coda che può estendersi per milioni di chilometri nello Spazio.
Lo studio della cometa di Halley fornisce preziose informazioni sulla composizione chimica e fisica del Sistema Solare primitivo e sulle condizioni dell’universo primordiale.
