I dati osservati fino al 15 febbraio (1 dicembre 2023-15 febbraio 2024) classificano questo inverno come l’inverno più caldo dal 1955 in Toscana, con una temperatura di oltre 2°C sopra la norma (+2,2°C le temperature medie e +2,3°C le massime). L’inverno più caldo, inoltre, segue l’autunno più caldo mai registrato in Toscana e in Italia. I dati relativi al meteo nel 2023 e nei primi due mesi del 2024 sono stati illustrati dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dall’assessora regionale all’ambiente Monia Monni e dall’amministratore unico del Consorzio LAMMA Bernardo Gozzini in occasione della presentazione del ‘Rapporto Lamma 2023’, analisi dell’andamento climatico in Toscana nel corso dell’anno appena trascorso.
“Ringrazio il Lamma perché grazie il suo dettagliato lavoro di analisi è estremamente utile su più fronti, compreso quello della previsione e gestione delle criticità legate al meteo”, ha detto Giani. “Ormai è incontrovertibile che il meteo sta cambiando e che la programmazione regionale, così come la sensibilità globale, deve tenerne conto. Tutti dobbiamo cercare di operare per contrastare, o almeno rallentare, il cambiamento climatico e al tempo stesso prepararci ad affrontarne le conseguenze. E questo chiarisce ancora di più perché sia essenziale intervenire per mettere in sicurezza il territorio e dotarlo di infrastrutture adeguate alle nuove sfide climatiche”.
“La Toscana – ha ricordato Monni – sta elaborando il proprio Piano per la transizione ecologica. Un piano che poggia su due pilastri: da una parte la lotta ai cambiamenti climatici, dall’altra le politiche per aumentare la resilienza dei territori, la loro capacità di adattarsi e resistere ai nuovi fenomeni. Stiamo stimolando l’economia circolare, perché chiaramente cambiare i processi produttivi consente di risparmiare CO2, ma soprattutto stiamo facendo un Piano della transizione energetica molto radicale, che punta sul raddoppio dell’energia da fonti rinnovabili per diventare carbon neutral in netto anticipo sui tempi previsti dall’Europa. Su questo aspetto siamo fortunati perché in Toscana, oltre al sole e al vento, abbiamo la geotermia, ma serve anche un cambio di mentalità perché le fonti green vanno bene a tutti solo fino a quando i pannelli o le pale si mettono lontane dalla propria realtà. Naturalmente saremo i primi a tutelare il nostro paesaggio ed infatti stiamo discutendo con il Governo per avere più potere decisionale , dato che ad oggi su questo tema si ha un vuoto normativo ed in assenza di regole assistiamo a fenomeni di vera aggressione al territorio, spesso portate avanti da multinazionali, con distese di pannelli che realmente entrano in conflitto sia con il paesaggio che con l’agricoltura”.
I dati LAMMA
Secondo i dati LAMMA, i mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024 hanno fatto registrare temperature spesso miti, chiudendosi con quasi 2°C sopra la media (+1,9°C rispetto al 1991-2020), e lo stesso trend sembra riproporsi a febbraio. L’andamento climatico è stato eccezionalmente mite, con pochissima neve sulle montagne. Se nel periodo dal 15 febbraio a fine mese si confermerà l’andamento attuale, questo sarà confermato come l’inverno più caldo per la Toscana.
Nel complesso, il 2023 a livello globale è risultato l’anno più caldo mai registrato, mentre in Toscana è il secondo più caldo (subito dopo il 2022, che ha registrato solo +0,1°C) con una temperatura media superiore di +1,2°C rispetto al periodo 1991-2020, e di +2,1°C rispetto al trentennio 1961-1990. Nel corso del 2023, ben 11 mesi su 12 hanno registrato temperature sopra media, con l’unica eccezione di aprile (-0,6°C). Ben 7 mesi hanno registrato valori mensili di oltre 1°C sopra la norma. Tra questi spicca il record di ottobre con +3,5°sopra media.
È stata la sesta estate più calda dal 1955 (+1,1°C sopra media) con le minime che si sono rivelate particolarmente elevate (+1,3°C); le notti tropicali, cioè quelle con temperature sopra i +20°C, sono state il 60% in più rispetto al normale (25 rispetto a 15). Due lunghe ondate di caldo hanno caratterizzato il bimestre luglio – agosto (ad eccezione di una breve parentesi fresca i primi giorni di agosto). Sul finire del bimestre sono stati superati anche i record storici delle massime a Pistoia (+40,9°C) e Prato (+40,8°C).
Ancora più eccezionale il trimestre autunnale, con una temperatura di 2,1°C sopra la media: è risultato essere il più caldo di sempre in Toscana ed in Italia. Settembre è stato praticamente un mese estivo e ad ottobre ben 26 giorni su 31 hanno registrato valori molto sopra la media. Nei primi giorni di ottobre sono stati abbattuti anche i record di temperatura massima più alta in quasi tutti i capoluoghi di provincia toscani, a partire dai +33,2°C di Firenze (1 ottobre) ai +30,2°C di Pisa (2 ottobre).
Dal punto di vista delle piogge, la situazione è di più complessa lettura, perché sebbene la quantità totale di pioggia caduta nel 2023 sia pressoché in media, la distribuzione temporale delle precipitazioni è stata veramente discontinua. Il 30-40% delle precipitazioni di tutto il 2023 si è infatti concentrato tra il 18 ottobre e il 10 novembre, complice l’evento alluvionale del 2 novembre nelle province di Prato e Pistoia.
“A fronte di un pianeta che si scalda a ritmi sempre più rapidi è fondamentale comprendere che gli effetti di questi cambiamenti possono essere anche molto diversi da una zona all’altra – ha spiegato l’amministratore unico del LAMMA Gozzini – Per questo le analisi regionali sono essenziali e ci consentono di comprendere meglio come nella nostra regione si stia manifestando il cambiamento del clima, le peculiarità e le fragilità nei diversi territori al fine di poter individuare politiche di adattamento adeguate”.
“Andiamo verso la siccità ma le riserve tengono”
Giani e Monni hanno fatto il punto sulla situazione attuale ed espresso la loro preoccupazione per il futuro, anche riguardo al tema siccità. “Dal rapporto 2023 del LAMMA emerge che stiamo per affrontare uno degli inverni più caldi degli ultimi anni – spiega a margine dell’evento l’assessore Monni – Questo caldo ci dice che andiamo incontro, se non ci sono cambiamenti a oggi non previsti, a un periodo di siccità. Quindi si passa dalle alluvioni alle siccità. Le riserve in questo momento ci garantiscono un livello di sicurezza accettabile, ma dipende sempre da quanto dura la siccità”.
“Ormai è incontrovertibile che il meteo sta cambiando e che la programmazione regionale, così come la sensibilità globale, deve tenerne conto“, aggiunge il Presidente Giani. “Tutti dobbiamo cercare di operare per contrastare, o almeno rallentare, il cambiamento climatico e al tempo stesso prepararci ad affrontarne le conseguenze – aggiunge – E questo chiarisce ancora di più perché sia essenziale intervenire per mettere in sicurezza il territorio e dotarlo di infrastrutture adeguate alle nuove sfide climatiche”.