Il 21 febbraio 1972 la sonda spaziale sovietica Luna 20, senza equipaggio a bordo, compì un atterraggio morbido sul nostro satellite, inaugurando una nuova era nell’esplorazione spaziale. La missione, progettata per prelevare campioni di terreno lunare e riportarli sulla Terra, rappresentò un importante successo per l’Unione Sovietica e contribuì a colmare il divario con gli Stati Uniti nella corsa allo Spazio.
La Missione Luna 20
La Luna 20 era una sonda spaziale di nuova generazione, dotata di un sistema di atterraggio automatico e di un trapano per la perforazione del suolo lunare. La sonda venne lanciata il 14 febbraio 1972 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan e, dopo un viaggio di 7 giorni, raggiunse l’orbita lunare.
L’atterraggio e il prelievo del campione
Il 21 febbraio, Luna 20 si posizionò con precisione sulla superficie lunare nella regione del Mare Imbrium. Il trapano venne attivato e, in circa 40 minuti, prelevò un campione di terreno lunare del peso di circa 30 grammi. Il campione venne sigillato in una speciale capsula e caricato sulla sonda per il ritorno sulla Terra.
Il rientro sulla Terra
Il 25 febbraio 1972, la capsula con il campione di terreno lunare si staccò da Luna 20 e rientrò nell’atmosfera terrestre. La capsula atterrò in territorio sovietico, vicino alla città di Orenburg.
Risultati e impatto scientifico
Il prelievo di terreno lunare di Luna 20 rappresentò un importante risultato scientifico. Il campione venne analizzato dagli scienziati sovietici che ottennero informazioni preziose sulla composizione del suolo lunare, sulla sua storia geologica e sulla sua età. I dati raccolti dalla Luna 20 contribuirono a migliorare la comprensione della Luna e del suo ruolo nel Sistema Solare.
L’eredità di Luna 20
La missione Luna 20 dimostrò le capacità avanzate dell’Unione Sovietica nell’esplorazione spaziale e aprì la strada a future missioni di prelievo di campioni lunari. Luna 20 rimane un simbolo importante della corsa allo Spazio e del progresso scientifico raggiunto durante gli anni ’70.