La tecnologia salva le piantagioni di caffè in Costa Rica, visto che non piove più

"Studiando il Dna di diverse piante, acceleriamo il processo di integrazione delle migliori caratteristiche naturali in un'unica pianta"
MeteoWeb

Sistemi di irrigazione a goccia o piantumazione di alberi per l’ombra: di fronte alla sfida del calo delle precipitazioni per il caffè della Costa Rica, i coltivatori investono in attrezzature moderne o adottano pratiche innovative. Il piccolo Paese centroamericano produce solo caffè Arabica, i chicchi più pregiati in termini di sapore e qualità, ma queste coltivazioni sono altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici e i produttori non hanno altra scelta che adattarsi.

Il “microclima” costaricano

A circa 40 km dalla capitale San José, nel villaggio di Naranjo, Jesus Valverde gestisce una piantagione di caffè familiare di 13,5 ettari. Per mantenere umide le sue piante, ha escogitato un metodo naturale: “piantare alberi da frutto per ombreggiare le colture. Grazie a questo ‘microclima’, abbiamo aumentato la produzione“, spiega l’agricoltore 59enne. Le foglie secche, inoltre, fertilizzano il terreno e mantengono umido il substrato, facilitando l’azione dei fertilizzanti.

Fin dal XIX secolo, il caffè è stato uno dei fiori all’occhiello della Costa Rica e nel 2023 il Paese ha venduto 60.000 tonnellate per un valore di 350 milioni di dollari. I principali acquirenti sono gli Stati Uniti, il Belgio e la Germania, secondo l’Istituto del caffè (Icafé). Più di 25.000 famiglie vivono della coltivazione del caffè nel Paese, che sta attraversando difficoltà a causa del calo delle precipitazioni: nel 2010 sono caduti 2.907 mm di acqua, contro i 952 mm del 2016 e i 1.759 mm del 2023, secondo i dati dell’Università del Costa Rica. Secondo la Banca interamericana di sviluppo, entro il 2050 la metà delle aree coltivate a caffè potrebbe scomparire a causa dell’aumento delle temperature globali.

“Le sfide sono costanti”

Le soluzioni sono nelle mani dei produttori“, afferma Harold Gamboa, specialista dell’Istituto interamericano per la cooperazione in agricoltura (Iica). Oltre al problema del calo delle precipitazioni, egli sottolinea quello dei parassiti. “Le sfide sono costanti“, perché parassiti e funghi come la ruggine si evolvono e diventano più resistenti con il cambiamento climatico, spiega. Icafé, l’organizzazione che governa la coltivazione del caffè nel Paese, sta sviluppando in laboratorio varietà in grado di adattarsi alle attuali condizioni climatiche. In un laboratorio, Erika Méndez, ingegnere biotecnologo, sta analizzando geneticamente le varietà per prevedere quali saranno le più resistenti.

Studiando il Dna di diverse piante, acceleriamo il processo di integrazione delle migliori caratteristiche naturali in un’unica pianta“, spiega la scienziata 28enne. Nella sua piccola piantagione di quattro ettari nel comune di Grecia, non lontano dal villaggio di Naranjo, Johel Alvarado ha installato un sistema di irrigazione che gli permette di compensare i periodi di siccità. L’agricoltore preleva l’acqua da una sorgente che scorre sopra la sua piantagione e la pompa attraverso un sistema di irrigazione a goccia fino alla piantagione.

Sistema di irrigazione automatizzato e fertilizzanti liquidi

Ogni anno è un po’ più difficile ottenere la stessa produzione“, ma “innovando, possiamo vedere che i cambiamenti climatici non ci colpiscono più di tanto“, afferma soddisfatto l’agricoltore 52enne. Eduardo Rojas, che gestisce una piantagione di caffè di 50 ettari nella vicina Sarchi, ha investito 232.000 dollari nel 2020 in un sistema di irrigazione automatizzato e in fertilizzanti liquidi. Questo gli ha permesso di aumentare la produttività della sua piantagione: nel 2023 ha prodotto poco più di 43 sacchi di caffè da 46 chili, più del doppio della media nazionale. All’inizio “non credevo che fosse possibile“, ammette il 62enne, che lavora nel settore da oltre 40 anni. Quattro anni dopo, non ha più dubbi.

Condividi