I residenti di Città del Messico stanno protestando da settimane per la scarsità dell’acqua. Nel quartiere Azcapotzalco della capitale messicana, i residenti si sono messi in fila per riempire secchi e bidoni con l’acqua convogliata da un camion. I funzionari hanno parlato di “livelli bassi senza precedenti” in un sistema principale che rifornisce milioni di persone. L’area metropolitana di 21 milioni di persone di Città del Messico – una delle città più grandi dell’America Latina – è in difficoltà dopo anni di scarse precipitazioni. Il problema non è solo il clima, ma anche la crescita urbana caotica e le infrastrutture obsolete.
La crisi del sistema Cutzamala
Città del Messico, situata in una valle ad alta quota e costruita sul letto di un antico lago, fatica da anni a rifornire i suoi residenti. Per soddisfare la domanda, fa affidamento principalmente sull’acqua pompata dalla falda acquifera sotterranea e dai serbatoi fuori città.
I funzionari dell’azienda idrica SACMEX di Città del Messico hanno detto che il sistema Cutzamala – una rete di impianti di pompaggio, dighe e altre infrastrutture che fornisce acqua a circa 6 milioni di persone – è il più stressato di sempre, e hanno chiesto ai residenti di cambiare abitudini per conservare quanta più acqua possibile. Il 29 gennaio scorso il sistema Cutzamala era al 39,7% della capacità, in calo rispetto al 41% di dicembre e al 54% di questo stesso periodo del 2023.
Il clima
Città del Messico riceve almeno la metà delle precipitazioni annuali dal monsone nordamericano tra maggio e agosto. Andreas Prein, scienziato atmosferico del NSF National Center for Atmospheric Research di Boulder (Colorado), ha spiegato che, “con le ultime stagioni più secche del solito, i bacini idrici della città ora sono esauriti e non hanno alcuna possibilità di riprendersi fino ai mesi estivi”. La situazione mette Città del Messico a rischio del cosiddetto “effetto colpo di frusta”, quando cioè una città sperimenta un rapido passaggio a condizioni umide che possono provocare inondazioni. “Le oscillazioni stanno diventando più estreme a causa del cambiamento climatico, e questo è quello che potremmo vedere su scala globale”, ha concluso Prein.