Le aree marine coperte da barriere coralline potrebbero essere molto più estese di quanto precedentemente ipotizzato, come evidenziato da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Cell Reports Sustainability condotto dagli scienziati dell’Università del Queensland. Il team di ricerca, guidato da Mitchell Lyons, ha individuato una vasta estensione di ben 348 mila chilometri quadrati di barriere coralline poco profonde negli oceani del mondo.
La scoperta
“La tecnologia satellitare di mappatura ad alta risoluzione – sottolinea Lyons – ci consente anche di capire la natura e la composizione di questi habitat sottomarini“. Il lavoro fa parte del progetto Allen Coral Atlas, una collaborazione a cui aderiscono più di 480 esperti e scienziati.
Nella pubblicazione, gli autori riportano la scoperta di 80.000 km² di barriera corallina che posano su un fondale duro, che favorisce la crescita del corallo rispetto alla sabbia o alle alghe. Sono stati utilizzati più di 1,5 milioni di campioni e 100 trilioni di pixel raccolti dai satelliti Sentinel-2 e Planet Dove CubeSat.
I risultati, commentano gli esperti, consentiranno alla comunità scientifica, agli ambientalisti e ai politici di comprendere e gestire meglio questi ecosistemi. “Questi risultati – precisa Lyons – sono molto di più che una semplice mappa, e rappresentano uno strumento che potrebbe portare a un cambiamento positivo per le barriere coralline e gli ambienti costieri e marini in generale“.
I dati ottenuti, conclude Chris Roelfsema, altra firma dell’articolo, “sono accessibili pubblicamente attraverso l’Allen Coral Atlas e Google Earth Engine. In questo modo scienziati, politici e comunità locali possono beneficiare di uno strumento utile per prendere decisioni informate per la conservazione delle nostre barriere coralline“.