SOS processionaria in Francia: diffusione favorita anche dal clima troppo caldo

Grazie ad un clima più mite, la processionaria si è diffusa progressivamente verso nord in Francia, in assenza di inverni abbastanza freddi da neutralizzare i nidi
MeteoWeb

Allarme processionaria in Francia. I bruchi della processionaria stanno infestando l’Esagono francese, minacciando direttamente la salute umana e quella degli animali. “All’inizio si parlava solo di qualche nido. Era un po’ aneddotico e la gente era incuriosita. Ora quando vedo quello che c’è dentro ad un singolo nido, mi preoccupo”, ha riferito a Le Figaro Daniel Vaugelade, Presidente di un’associazione locale di protezione della biodiversità, spiegando che nello stesso bozzolo di seta biancastra si possono trovare decine di bruchi di processionaria.

Questo insetto pungente, dannoso per la salute sia dell’uomo che degli animali ai quali provoca gravi irritazioni, infesta ormai quasi tutta la Francia metropolitana. Nell’hinterland di Parigi, il famigerato insetto ha fatto la sua apparizione per la prima volta tre anni fa, per poi colonizzare man mano diverse specie di alberi – non solo i pini – anche in pieno centro delle città.

Gli interventi dei comuni e delle associazioni specializzate non stanno avendo gli effetti sperati, anche a causa del clima caldo. Il piano di lotta dell’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria (Anses) prevede la distruzione dei nidi, l’abbattimento degli alberi, l’installazione di trappole sui tronchi e il divieto di visite d’istruzione nelle aree già infestate. L’unico insetticida autorizzato, il BTK, prevede la chiusura del sito al pubblico per uno o più giorni, ed è inoltre molto controllato perché dannoso per le altre specie.

Il ruolo del clima

Il bruco della processionaria – nome ispirato alle processioni che forma quando si muove in fila indiana – non è una specie invasiva: è originaria delle foreste di conifere della Francia sudorientale. Grazie ad un clima più mite, la specie si è diffusa progressivamente verso nord, in assenza di inverni abbastanza freddi da neutralizzare i nidi, come in passato. “Per nutrirsi, il bruco ha bisogno di una temperatura relativamente mite, con una minima intorno ai +9°C all’interno del nido durante il giorno e zero durante la notte”, ha spiegato Alice Samama, dell’Osservatorio delle specie pericolose per la salute umana, istituito nel 2021 su iniziativa di diversi Ministeri.

Il fenomeno dell’invasione dei bruchi della processionaria, iniziato negli anni ’70, è in forte crescita. “Possiamo legittimamente pensare che il cambiamento climatico abbia un impatto sull’evoluzione delle zone occupate dai bruchi”, ha sottolineato Emmanuel Gachet, responsabile dell’unità di consulenza sui rischi biologici dell’Anses.

Nella regione delle Yvelines, è ormai colpito il 70% dei 259 comuni, di cui uno su cinque al livello 1, il più alto, secondo l’Anses.

Processionaria: i rischi per la salute

Nel 2022, la processionaria del pino e quella della quercia sono state inserite tra le specie la cui proliferazione ha un impatto sulla salute umana. La causa sono i suoi peli estremamente urticanti che contengono una proteina tossica. “Non è necessario toccare il bruco per essere colpito. Se si sente in pericolo, espelle i suoi peli, che sono molto volatili e possono depositarsi ovunque, anche sui panni stesi“, ha confermato Samama. In caso di contatto possono comparire sintomi come brufoli, congiuntivite o problemi respiratori, il più delle volte lievi.

Tra gli animali domestici, i cani tendono a giocare con i bruchi in processione. “Ciò può portare alla necrosi della lingua e potenzialmente alla morte dell’animale“, hanno avvertito gli esperti.

Questo periodo della processione, normalmente a fine inverno, è quello più a rischio, quando i bruchi scendono dagli alberi per trasformarsi in farfalle. “Presto i bruchi scenderanno a milioni dagli alberi. Ma la regione Ile-de-France non ha fatto nulla e ha gettato la spugna”, conclude Vaugelade.

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