Occhi puntati al cielo questa sera intorno alle 18:20 per vedere a occhio nudo e salutare un’ultima volta il satellite europeo ERS-2 in caduta libera sulla Terra, prima del rientro in atmosfera previsto per mercoledì 21 febbraio. Lo comunica l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con un post sulla piattaforma X, in cui pubblica le mappe con la traiettoria che il satellite percorrerà stasera sorvolando i cieli dell’Europa centrale e dell’Italia, da sud verso nord.
“Il satellite sorvola l’Europa tutti i giorni più volte al giorno, ma risulta visibile a occhio nudo solo nel periodo crepuscolare, quando l’osservatore è al buio, perché il Sole è già calato dietro l’orizzonte e il satellite è abbastanza alto da essere ancora illuminato dai suoi raggi”, dice all’ANSA Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale e associato di ricerca presso l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Cnr (Isti-Cnr).
Il rientro
Secondo le ultime previsioni aggiornate dell’ESA, il rientro nell’atmosfera terrestre è previsto per il 21 febbraio alle 21:53 (ora italiana), “ma ciò che conta non è tanto questo orario nominale di riferimento – sottolinea Anselmo – bensì la finestra di incertezza che rimane ancora molto ampia, pari a quasi otto ore, per via delle possibili variazioni dell’attività solare che influiscono sulla resistenza incontrata dal satellite”.
Difficile prevedere in quale parte del mondo potrebbero cadere gli eventuali detriti che non bruceranno completamente in atmosfera. “Tutti i continenti sono potenzialmente interessati“, aggiunge l’esperto. “La probabilità che i frammenti cadano sugli oceani è pari a circa il 55%”. L’Italia, al momento, sembrerebbe essere al riparo. “Se verrà confermata la finestra di incertezza, sappiamo che in quell’arco di tempo non sono previsti passaggi di ERS-2 sopra il nostro territorio“, conclude Anselmo.
Il satellite ERS-2
ERS-2, o European Remote Sensing 2, lanciato nel 1995, ha trascorso 16 anni osservando il nostro pianeta dallo spazio fino alla fine della sua missione nel 2011. In quell’anno, durante un periodo di 2 mesi, l’ESA ha eseguito decine di manovre di deorbitazione per iniziare a fare discendere il satellite verso una fine sicura nell’atmosfera terrestre. L’epilogo è previsto domani.
Il satellite ERS-2 ha raccolto una grandissima quantità di dati su oceani, calotte polari e suolo, utili anche per il monitoraggio di disastri naturali come terremoti e inondazioni. Informazioni altrettanto preziose sul buco dell’ozono e su altri gasi inquinanti in atmosfera le ha raccolte grazie allo strumento Gome, realizzato dall’allora Officine Galileo di Campi Bisenzio, in seguito confluite in Leonardo.
ERS-2 ha già bruciato il suo carburante residuo durante le manovre di deorbitazione del 2011, e la sua discesa è stata pianificata con cura per garantire che non impattasse con altri veicoli spaziali o detriti spaziali. “Deorbitare i satelliti alla fine della loro vita e garantire che rientrino nell’atmosfera terrestre è uno strumento fondamentale per mantenere libere le nostre trafficate autostrade spaziali da satelliti non funzionanti, prevenendo collisioni in orbita e mitigando la creazione di ulteriori detriti spaziali“, ha comunicato l’ESA.
Si prevede che ERS-2 si frammenterà in piccoli detriti una volta raggiunti circa 80km sopra la Terra, la maggior parte dei quali brucerà nell’atmosfera. Alcuni potrebbero finire sulla superficie terrestre, ma si prevede che cadranno nell’oceano. “Nessuno di questi frammenti conterrà sostanze tossiche o radioattive,” ha evidenziato l’ESA.