Le proteste danno i loro frutti: l’Ue lancia il nuovo target sul clima, esclusa l’agricoltura

L'Ue propone un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040; cancellato lo sforzo di riduzione del 30% richiesto all'agricoltura
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La Commissione europea lancia il suo nuovo obiettivo climatico al 2040, stralciando ogni riferimento numerico per l’agricoltura. Un’altra vittoria per gli agricoltori europei in protesta da diversi giorni, dopo quella ottenuta con il ritiro della proposta di regolamento sui pesticidi. Nella comunicazione presentata oggi, Bruxelles raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo nella prima bozza del documento circolata nelle scorse settimane è invece stato cancellato. L’agricoltura, si legge nel testo, “svolge un ruolo nella transizione” green, contribuendo “al contempo alla sovranità alimentare europea”.

Nella comunicazione adottata oggi, la Commissione individua un blocco di 8 aree in cui raccomanda agli Stati membri di mettere in campo “misure decisive” per contribuire all’obiettivo del 2040 e creare le “condizioni favorevoli” per raggiungerlo. Come previsto, la comunicazione adottata oggi non è una proposta legislativa vera e propria: Bruxelles ha presentato solo una raccomandazione, sotto forma di comunicazione della Commissione, accompagnata da una dettagliata valutazione d’impatto con tre scenari ipotizzati. Sarà quindi la prossima Commissione ad avere la responsabilità politica di proporre una legislazione sull’obiettivo del 2040 e sul quadro politico di accompagnamento per il periodo successivo al 2030, dopo le elezioni europee.

Il target del 90%, evidenzia l’esecutivo Ue, è in linea con il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e gli impegni assunti dall’Ue nell’ambito dell’Accordo di Parigi, continuando a mantenere la stessa traiettoria di riduzione registrata nel decennio 2020-2030.

Il punto di partenza per assicurare il taglio del 90% delle emissioni di gas serra al 2040 è la riduzione delle stesse del 55% entro il 2030, obiettivo già fissato nella storica legge Ue sul clima adottata nel 2021. Con il nuovo target al 2040, Bruxelles intende aumentare la resilienza contro le crisi future e rafforzare l’indipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili, che rappresentavano oltre il 4% del Pil nel 2022. A seguito di una valutazione d’impatto, la Commissione europea prevede che il settore energetico raggiungerà la totale decarbonizzazione poco dopo il 2040, puntando su energie rinnovabili, nucleare, efficienza energetica, stoccaggio e cattura del carbonio, geotermico e idroelettrico. Un importante vantaggio di questi sforzi, viene sottolineato, è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a un calo dell’80% del loro consumo per energia dal 2021 al 2040.

Soffermandosi sull’agricoltura, l’esecutivo Ue evidenzia che “con le giuste politiche e il giusto sostegno, il settore può anche svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio”.

Ue: “con il target al 2040 costi inazione ridotti a 670 miliardi”

Il “raggiungimento dell’obiettivo” di riduzione delle emissioni del 90% al 2040 “potrebbe ridurre le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico da 466mila all’anno nel 2015 a 196mila all’anno nel 2040, con una relativa riduzione dei costi da circa 1.700 miliardi di euro nel 2015 a 670 miliardi di euro nel 2040”. Questa la stima contenuta nella valutazione dell’impatto che accompagna la comunicazione sull’obiettivo climatico intermedio al 2040.

Quello che proponiamo, quello che propone la Commissione, è un’analisi solida di come potrebbe essere un buon percorso verso il 2040. Oggi è infatti l’inizio di quel dialogo, con i cittadini, con le imprese, con i sindacati, con i parlamentari qui ma anche a livello nazionale e locale. La decisione di presentare una proposta legislativa spetterà alla prossima Commissione. Sulla base dei migliori dati scientifici disponibili e di una valutazione dell’impatto digitale, noi raccomandiamo che l’obiettivo del 2040 sia ridurre del 90% le emissioni (rispetto ai livelli del 1990)”, ha annunciato il Commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo sugli obiettivi climatici Ue al 2040.

Ue: “per il target al 2040 serve una piena attuazione del ‘Fit for 55’”

Raggiungere una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 richiederà il rispetto di una serie di condizioni abilitanti. Il punto di partenza è la piena attuazione della legislazione esistente per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030”. Lo scrive la Commissione europea. “L’aggiornamento in corso dei progetti di piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) è un elemento chiave nel monitoraggio dei progressi e la Commissione si sta impegnando con gli Stati membri Stati, industria e parti sociali per agevolare le azioni necessarie. Il Green Deal deve ora diventare un accordo di decarbonizzazione industriale che si basi sui punti di forza industriali esistenti, come l’energia eolica, idroelettrica ed elettrolizzatori, e continui ad aumentare la capacità produttiva nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, solare fotovoltaico, CCU /CCS, biogas e biometano ed economia circolare”, scrive ancora la Commissione Ue.

Anche la fissazione del prezzo del carbonio e l’accesso ai finanziamenti sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dell’industria europea. La Commissione istituirà una task force dedicata per sviluppare un approccio globale alla fissazione del prezzo del carbonio e ai mercati del carbonio. L’Europa – si legge ancora – “dovrà inoltre mobilitare il giusto mix di investimenti del settore pubblico e privato per rendere la nostra economia sostenibile e competitiva. Nei prossimi anni sarà necessario un approccio europeo alla finanza, in stretta collaborazione con gli Stati membri”.

L’Ue prepara un pacchetto per il trasporto e lo stoccaggio della CO2

La Commissione europea ha adottato oggi la strategia dell’Ue per la gestione industriale del carbonio, che accompagna la comunicazione sul target climatico intermedio al 2040. Una tabella di marcia per creare un mercato europeo delle tecnologie in grado di catturare la CO2 o di rimuoverla direttamente dall’atmosfera per poi immagazzinarla o utilizzarla. Bruxelles ha fissato un obiettivo di 50 milioni di tonnellate all’anno di capacità di stoccaggio di CO2 entro il 2030, che dovrà arrivare a 280 milioni di tonnellate entro il 2040 per contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro quella data (rispetto ai livelli del 1990).

La comunicazione, priva di valore legislativo, si concentra su tre tecnologie in particolare: quelle che catturano la CO2 per lo stoccaggio (le cosiddette CCS); quelle di cattura di CO2 per l’utilizzo (CCU) e poi le tecnologie per la rimozione di CO2 direttamente dall’atmosfera, ovvero le tecniche che attualmente sono anche le più costose secondo l’agenzia internazionale per l’energia. Nella comunicazione, Bruxelles fa sapere che avvierà i lavori preparatori pubblicare un “pacchetto normativo per il trasporto e lo stoccaggio della CO2”, che prenderà in considerazione la struttura del mercato e dei costi, l’accesso di terzi, gli standard di qualità della CO2 o gli incentivi agli investimenti per le nuove infrastrutture.

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