Clima, 4 attivisti di Ultima Generazione perquisiti a Palermo

Attivisti del gruppo Ultima Generazione sono stati controllati dalla Polizia a Palermo: “sospettati di avere armi”
MeteoWeb

Quattro attivisti di Ultima Generazione, impegnati nella campagna “Fondo riparazione”, sono stati bloccati dalla Polizia di Stato per un controllo al molo Trapezoidale, nel porto di Palermo. Gli stessi attivisti hanno diffuso la notizia, spiegando di essere sospettati di avere “armi ed esplosivi. Ma negli zaini c’erano solamente contenitori per l’acqua, indumenti personali e uno striscione con scritto ‘Fondo riparazione‘”.

Gesualdo, 35 anni, professore di archeologia, fermato dalla Polizia, chiede cosa ci sia “di illegale nel chiedere un ‘Fondo riparazione’ per tutte le persone che stanno subendo disastri climatici. Abbiamo l’acqua razionata, e siamo solo a marzo. Cosa succederà in estate? Avete perquisito gli zaini, ci avete immobilizzato, senza nessun motivo. Solo perché vogliamo esercitare il nostro diritto democratico di chiedere un sistema più giusto”.

Dalla questura confermano l’accaduto, ma spiegando che si è trattato soltanto di un semplice controllo.

In una nota sulla vicenda, Ultima Generazione afferma: “a gennaio è iniziato il razionamento, con una riduzione dell’erogazione che andava dal 10 al 15 % per 39 comuni nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, come riportato dalla società Siciliacque, che gestisce i servizi legati all’acqua potabile. A marzo però ad essere interessati al razionamento – che toccherà punte del 45% – sono stati 93 comuni della regione, per un totale di 850 mila persone, circa un quinto dei Siciliani, come dichiarato da Massimo Burruano, direttore operativo di Siciliacque”.

“I danni causati dalla crisi climatica sono amplificati dalle carenze infrastrutturali – continua Ultima Generazione – Per questo chiediamo un Fondo riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazione degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi”.

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