Artisti preistorici potrebbero essersi ispirati alle impronte di dinosauri per realizzare le loro opere sotto l’effetto di sostanze allucinogene. È quanto emerge dall’analisi di alcune incisioni figurative su roccia (petroglifi) realizzate tra 3.000 e 9.000 anni fa nel sito archeologico di Serrote do Letreiro in Brasile. Lo studio è pubblicato sulla rivista Scientific Reports da un gruppo di archeologi e paleontologi guidato da Leonardo Troiano dell’Istituto del patrimonio storico e artistico nazionale di Brasilia.
Le impronte dei dinosauri a Serrote do Letreiro
Paleontologia e archeologia, infatti, si fondono perfettamente in questo sito posto a 11 chilometri dalla città di Sousa, in un’area rurale del Brasile orientale. L’area è nota da tempo perché presenta le condizioni ideali per la conservazione delle impronte dei dinosauri. Quelle identificate finora risalgono a circa 40 milioni di anni fa e sono state attribuite a dinosauri sauropodi, teropodi e ornitopodi.
Lo studio
I ricercatori brasiliani hanno deciso di esaminarle per la prima volta in relazione ai petroglifi incisi sulle rocce, alla ricerca di affinità o particolari associazioni così come era già stato fatto in altri siti in Australia, Polonia e Stati Uniti. Dallo studio è emersa la presenza di “un notevole raggruppamento di petroglifi e impronte di dinosauri” che sono risultati essere strettamente legati fra loro. Questo suggerisce che le incisioni potrebbero essere state ispirate proprio dalle impronte dei dinosauri.
La relazione appare evidente considerato il gran numero di incisioni che sono state realizzate vicino o accanto alle tracce: gli antichi popoli della regione le consideravano importanti, tanto da scegliere quel sito per realizzare le proprie opere. Secondo i ricercatori, è possibile che le orme o le creature a cui venivano attribuite fossero entrate a far parte di antichi rituali e cerimonie. I petroglifi sono caratterizzati principalmente da motivi circolari e, secondo gli studiosi, potrebbero essere stati creati da artisti sotto l’effetto di sostanze allucinogene, per via della loro somiglianza con le visioni comunemente riportate dalle persone che usano simili droghe nell’era moderna.