Importanti parole questa sera su Quarta Repubblica (Rete 4) dove Nicola Porro, con un’intervista di 13 minuti, ha ospitato Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild, capofila del gruppo che costruirà la grande opera tra Calabria e Sicilia. In modo particolarmente brillante, Salini ha risposto alle domande di Porro sul Ponte sullo Stretto dicendo che “noi siamo pronti, abbiamo le squadre pronte. Gli operai sono tutti pronti per iniziare i lavori a Giugno. Il problema del Ponte è stato della politica, che nel 2013 ha bloccato tutto facendo addirittura una legge dello Stato che prevedeva la cancellazione delle penali previste dai contratti. Uno Stato che fa una legge per cambiare le regole del gioco, vi rendete conto? Questo dice tutto, altrimenti eravamo pronti già allora. Ma la politica non ha voluto. Adesso finalmente l’iter è ripartito, abbiamo già aggiornato il progetto con tutte le novità tecnologiche emerse in questi 11 anni, e siamo pronti. Noi con Webuild facciamo il 65-70% del nostro fatturato all’estero. In Italia l’unico ponte che ci hanno dato da fare lo abbiamo fatto in tempo record, in un anno, quello di Genova. Abbiamo dimostrato che le cose si possono fare anche in Italia. Il mondo viaggia ad una velocità molto superiore della nostra. La Cina nel 2007 non aveva l’alta velocità ferroviaria, oggi ha 42 mila chilometri di alta velocità ferroviaria. Se vogliamo mantenere il nostro welfare dobbiamo investire”.
Rispetto alle spese del Ponte sullo Stretto, Salini ha snocciolato i dati: “l’opera in sé costa 4 miliardi di euro, a fronte dei 100 miliardi di euro per realizzare l’alta velocità ferroviaria nel nostro Paese. Significa che il Ponte costa meno del 4% degli investimenti per l’alta velocità ferroviaria in Italia. Il Ponte non è un’opera straordinariamente costosa: gli altri 6-7 miliardi sono delle opere complementari, le strade e le ferrovie per collegare il Ponte al territorio, per rilanciare l’economia di Calabria e Sicilia. E’ un’opera straordinaria che serve ad utilizzare l’alta velocità anche in Sicilia. Non si può arrivare con l’alta velocità a Reggio Calabria e poi fermarsi per due ore, o un giorno intero d’estate. Non è ragionevole. La Sicilia ha cinque milioni di abitanti. La Danimarca ha cinque milioni di abitanti e ha speso molto di più per fare i loro Ponti che li collegano al resto d’Europa. Io penso che i siciliani debbano avere gli stessi diritti alla mobilità degli altri cittadini d’Italia e d’Europa”.
Rispondendo alle domande più tecniche, Salini ha detto: “Del Ponte parlino gli ingegneri, non la signora che compra la verdura al mercato. Lasciamo ad ognuno il suo lavoro. Per il Ponte sullo Stretto, sono state fatte tutte le prove per venti e terremoti, sono stati fatti tutti gli studi possibili. Leggo cose esilaranti, c’è chi ha tirato fuori il problema di alcune specie di pesci che potrebbero risentire dell’ombra del Ponte dopo la sua realizzazione. Noi i ponti li costruiamo in tutto il mondo, proprio sulla base del progetto di quello di Messina”.