La Commissione europea ha pubblicato una comunicazione sui rischi climatici in risposta all’allarme lanciato ieri dall’Agenzia europea dell’ambiente sugli effetti dell’inazione climatica. La comunicazione – priva di valore legislativo – offre ai Paesi membri un ventaglio di opzioni politiche da adottare per reagire e prepararsi all’aumento delle temperature e ai costi sociali e ambientali. Insieme, specifica l’esecutivo Ue, “sono un invito all’azione per tutti i livelli di governo, oltre che per il settore privato e la società civile”. Esse illustrano chiaramente come tutti i principali settori e aree politiche siano esposti ai rischi legati al clima, quanto siano gravi e urgenti e quanto sia importante fare chiarezza su chi ha la responsabilità di affrontare i rischi.
Secondo il rapporto di febbraio del Copernicus Climate Change Service, specifica la nota della Commissione europea, la temperatura media globale dei 12 mesi del 2023 ha superato la soglia di 1,5°C stabilita dall’Accordo di Parigi. “La Commissione propone quindi una serie di azioni e collaborerà con le altre istituzioni dell’Ue, gli Stati membri, le autorità regionali e locali, i cittadini e le imprese, per dare seguito a questi suggerimenti”, si legge nella nota di Bruxelles.
“L’Europa si riscalda a un ritmo doppio del resto del mondo”
“L’Europa si sta riscaldando a un ritmo doppio rispetto a quello globale e dovrà imparare a convivere con un clima più caldo di 3°C, anche nello scenario migliore in cui il riscaldamento globale è limitato alla soglia di 1,5°C dell’Accordo di Parigi”, afferma la Commissione europea nella comunicazione. “L’Europa dovrà affrontare temperature complessive più elevate, il rischio di ondate di caldo più intense e frequenti, siccità prolungate, precipitazioni più intense, velocità media del vento più basse e meno neve. Si stima che i costi della siccità siano pari a 9 miliardi di euro all’anno e quelli delle inondazioni a oltre 170 miliardi di euro in totale dal 1980. In futuro, i danni annuali provocati in Europa dalle inondazioni costiere potrebbero superare i 1.600 miliardi di euro entro il 2.100”, continua la Commissione.
Nella comunicazione, l’esecutivo Ue sottolinea come l’azione per migliorare la resilienza climatica sia essenziale per mantenere le funzioni della società e proteggere le persone, la competitività economica e la salute delle economie e delle imprese dell’Ue. È inoltre imperativo per una transizione giusta ed equa, specifica ancora Bruxelles. “Investire in anticipo nella riduzione della nostra vulnerabilità al rischio climatico costerebbe molto meno rispetto alle ingenti somme necessarie per riprendersi da impatti climatici quali siccità, inondazioni, incendi boschivi, malattie, fallimenti dei raccolti o ondate di calore”, si legge nella nota della Commissione Ue.
“Secondo stime prudenti, questi danni potrebbero ridurre il Pil dell’Ue di circa il 7% entro la fine del secolo. Se il riscaldamento globale si spingesse più stabilmente oltre la soglia di 1,5 gradi, la riduzione aggiuntiva cumulativa del Pil per l’Ue nel suo complesso potrebbe ammontare a 2,4 bilioni di euro dal 2031 al 2050“, avverte Bruxelles. “Gli investimenti in edifici, trasporti e reti energetiche resilienti al clima potrebbero anche creare significative opportunità commerciali e apportare benefici più ampi all’economia europea, generando posti di lavoro altamente qualificati ed energia pulita a prezzi accessibili”, continua poi la Commissione europea.
“La Commissione continuerà a promuovere ecosistemi sani che sostengono le funzioni sociali, compresa la prevenzione dei disturbi forestali e la protezione degli ecosistemi marini”, si legge nella comunicazione. “Insieme agli Stati membri, la Commissione lavorerà su orientamenti per lo sviluppo di paesaggi capaci di resistere ai cambiamenti climatici. Per mantenere e ripristinare la capacità di resistenza degli ecosistemi e dei servizi da essi forniti, sarà necessario preservare circa il 30-50% delle terre emerse, delle acque dolci e degli oceani della Terra”.
Quattro principali categorie di azione
Per aiutare l’Ue e i suoi Stati membri a gestire i rischi climatici, la comunicazione individua quattro principali categorie di azione. Necessario, in primo luogo, un miglioramento della governance. La Commissione invita gli Stati membri a garantire una migliore comprensione dei rischi e delle responsabilità con l’identificazione dei soggetti a rischio che è un primo passo fondamentale. Inoltre, la Commissione invita a una più stretta cooperazione sulla resilienza climatica tra i livelli nazionale, regionale e locale, per garantire che le conoscenze e le risorse siano messe a disposizione dove sono più efficaci.
La seconda categoria riguarda il miglioramento degli strumenti per responsabilizzare i proprietari dei rischi. “I decisori politici, le imprese e gli investitori devono comprendere meglio le interconnessioni tra i rischi climatici, gli investimenti e le strategie di finanziamento a lungo termine”, si legge nella nota. Questo può fornire i giusti segnali di mercato per contribuire a colmare gli attuali divari in resilienza e protezione. La Commissione migliorerà gli strumenti esistenti per aiutare le autorità regionali e locali a prepararsi meglio in caso di rischio, come il servizio satellitare Galileo, che nel 2025 sarà reso disponibile per comunicare informazioni di allarme a persone, imprese e autorità pubbliche anche quando i sistemi di allerta terrestri saranno fuori uso. Le principali lacune di dati, specifica la Commissione, “saranno ridotte grazie alle proposte di legge sul monitoraggio delle foreste e del suolo, che miglioreranno gli strumenti di allerta precoce per gli incendi boschivi e altri disastri, e contribuiranno a valutazioni del rischio più accurate“. Più in generale, la Commissione promuoverà l’uso dei sistemi di monitoraggio, previsione e allarme disponibili.
La terza priorità riguarda lo sfruttamento delle politiche strutturali degli Stati membri, che possono essere utilizzate in modo efficiente per gestire i rischi climatici. Tre le aree “particolarmente promettenti” per la gestione dei rischi climatici in tutti i settori: una migliore pianificazione territoriale negli Stati membri; l’inserimento dei rischi climatici nella pianificazione e nella manutenzione delle infrastrutture critiche; e collegare i meccanismi di solidarietà a livello di Ue, come l’Ucpm, il Fondo di solidarietà dell’Ue e gli investimenti strutturali della politica di coesione, con adeguate misure nazionali di resilienza.
Il quarto punto riguarda la formazione di giusti presupposti per finanziare la resilienza climatica. Mobilitare finanziamenti sufficienti per la resilienza climatica, sia pubblici che privati, sarà infatti fondamentale. “Per garantire che la spesa dell’Ue sia resiliente ai cambiamenti climatici, la Commissione integrerà le considerazioni sull’adattamento al clima nei processi di bilancio nazionali“, specifica la nota di Bruxelles. La Commissione, integrerà le considerazioni relative all’adattamento climatico nell’attuazione di programmi e attività dell’Ue nell’ambito del principio “non arrecare danni significativi” e convocherà un gruppo di riflessione temporaneo sulla mobilitazione dei finanziamenti. Il gruppo di riflessione riunirà i principali attori industriali e i rappresentanti delle istituzioni finanziarie pubbliche e private per riflettere su come facilitare i finanziamenti per la resilienza climatica.
La Commissione invita anche gli Stati membri a tenere conto dei rischi climatici nell’inclusione di criteri di sostenibilità ambientale nelle gare d’appalto pubbliche, ad esempio attraverso la legge sull’industria a zero emissioni. Da un punto di vista settoriale, infine, la Commissione propone suggerimenti concreti per l’azione in sei principali: ecosistemi naturali, acqua, salute, cibo, infrastrutture e ambiente costruito e l’economia.
Hoekstra: “meglio investire ora sulla resistenza che pagare i danni”
“L’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente al mondo. Abbiamo il dovere collettivo di proteggere la nostra gente e la nostra prosperità dai rischi climatici”. Lo afferma il Commissario per l’Azione climatica, Woepke Hoekstra, presentando la comunicazione della Commissione europea agli Stati membri sulla risposta ai rischi climatici. “Dal punto di vista economico ha molto più senso sviluppare la capacità di resistenza climatica ora piuttosto che pagare i costi dei danni climatici in seguito”.