Aviaria: caso umano in Texas, è il secondo negli USA

Un lavoratore del settore lattiero-caseario in Texas è stato contagiato da un ceppo virulento del virus dell’aviaria che corre tra le mucche da latte
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Caso umano di influenza aviaria in Texas, dove il virus è stato confermato in un lavoratore del settore lattiero-caseario che ha avuto contatti con bovini infetti. Il paziente, che presentava un’infiammazione agli occhi come unico sintomo, è in isolamento e sotto trattamento antivirale. A contagiarlo è stato un ceppo di H5N1 altamente virulento che di recente ha imperversato fra le mucche da latte in 5 stati USA. “Al momento non siamo a conoscenza di contatti stretti” del nuovo caso “che abbiano manifestato sintomi“, ha precisato Kevin Griffis, portavoce dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

Per gli Stati Uniti si tratta del secondo caso di influenza aviaria nell’uomo, dopo il contagio segnalato nel 2022 in Colorado, in un addetto all’abbattimento di pollame. Il nuovo caso – hanno assicurato le autorità sanitarie – non cambia il livello di rischio per la popolazione generale, che resta basso. È invece maggiore nelle persone esposte per ragioni professionali a uccelli o altri animali potenzialmente infetti.

Per i CDC, il latte è considerato sicuro, “perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare nel mercato“. Attenzione, invece, per “le persone con esposizioni strette o prolungate e non protette a volatili infetti o altri animali (compreso il bestiame), o ad ambienti contaminati da volatili infetti o altri animali”.

Allarme aviaria nei bovini da latte

È la prima volta che un’influenza aviaria altamente patogena viene identificata nei bovini da latte negli USA, ha spiegato l’American Veterinary Medical Association. Un elemento che, insieme alla trasmissione che corre da vacca a vacca, rappresenta per gli esperti un cambiamento preoccupante.

L’allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte era scattato lo scorso 25 marzo, quando il virus è stato riscontrato nel latte non pastorizzato proveniente da due allevamenti in Kansas e uno in Texas e da tamponi effettuati in un quarto allevamento in Texas. Il 29 sono state riscontrate nuove positività in un allevamento in Michigan. L’analisi genetica ha concluso che il virus che ha colpito i bovini è lo stesso diffuso negli uccelli a livello globale; inoltre non ha subito cambiamenti che lo rendano più adatto alla diffusione nell’uomo o più resistente ai trattamenti antivirali disponibili.

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