“I Ministri dell’Ambiente dei Paesi del G7 (Italia, Francia, Germania, Canada, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito) hanno trovato un compromesso sui tempi per l’abbandono definitivo del carbone. Ad annunciare l’intesa, ‘su cui manca il timbro dell’accordo politico ma c’è un percorso tecnico di massima ormai definito’, è stato ieri il padrone di casa, Gilberto Pichetto Fratin, titolare del dicastero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che al summit, di scena alla reggia di Venaria, alle porte di Torino, era accompagnato dalla viceministra Vannia Gava e dal sottosegretario Claudio Barbaro“. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. Oggi “ci sarà la chiusura della parte politica e a a quel punto potremo fare l’annuncio ufficiale’, ha spiegato il ministro nel corso di un punto stampa a margine dei lavori (…) Pichetto, però, ha preferito non sbilanciarsi anche se la quadratura per un’uscita entro il 2035 sembrerebbe cosa fatta. ‘Se l’Italia può fare da apripista? Sicuramente sì. Noi siamo pronti a chiudere prima del 2030 sicuramente per la parte continentale, anche in meno di un anno’, ha precisato il ministro che ha poi anticipato alcuni dei contenuti del comunicato stampa finale con cui oggi sarà archiviato l’appuntamento: dal nucleare (‘è stato affrontato sia il tema dell’energia da fusione che lo sviluppo della fissione e ci sarà un passaggio a livello tecnico nel documento finale’) al fondo per i Paesi poveri, con i ministri che lavorano a una proposta da far arrivare sul tavolo della Cop29, fino al possibile blocco dell’import di Gnl dalla Russia come richiesto dal Belgio (‘è all’ordine del giorno, vediamo dopo la notte quale sarà il risultato’),” si legge sul quotidiano.
G7 Ambiente verso “accordo storico”: addio al carbone entro il 2035. Italia apripista
I ministri dell’Ambiente e dell’Energia si sono riuniti a Venaria con l’obiettivo di raggiungere un accordo sull’abbandono del carbone nella produzione di energia entro il 2030 e il 2035. Su sollecitazione dell’ONU, si sta lavorando intensamente per redigere un testo comune in vista della dichiarazione finale, prevista per oggi, alla chiusura del secondo giorno di summit. Gilberto Pichetto Fratin, aprendo la riunione dei ministri alla Reggia, ha sottolineato: “Abbiamo una grande responsabilità. La comunità internazionale attende un nostro messaggio“.
Mentre il Ministro britannico Andrew Bowie si è espresso con ottimismo riguardo a un accordo storico per l’abbandono del carbone nella prima metà degli anni 2030, il padrone di casa è stato più cauto. Attualmente sembra esserci un accordo di natura tecnica, ma si sta ancora lavorando per raggiungere un consenso politico. “Manca il timbro dell’accordo politico tra Paesi“, ha confermato il Ministro dell’Ambiente.
Il peso politico del vertice si vedrà oggi con la dichiarazione finale. Il dibattito ruota attorno alla data: alcuni Paesi, come la Francia, spingono affinché il G7 elimini il carbone entro il 2030, mentre il Giappone e la Germania sono più riluttanti a fissare una scadenza, soprattutto considerando la dipendenza dal carbone, particolarmente pronunciata nel caso giapponese.
L’Italia, d’altra parte, vuole essere apripista, con l’obiettivo di abbandonare il carbone in tempi rapidi. “Potrebbe essere già il prossimo anno o anche prima,” ha spiegato Pichetto. Tuttavia, ci sono dubbi dovuti alla situazione geopolitica, come testimonia la riduzione al minimo della produzione di carbone delle centrali di Civitavecchia e Brindisi, decisa dal Ministro.
Tra gli altri temi trattati al G7 ci sono la diversificazione delle fonti di approvvigionamento per le energie rinnovabili e il riutilizzo dei minerali per ridurre la dipendenza dalla Cina, leader nel settore delle tecnologie verdi. L’Italia prevede di discutere di queste questioni con le delegazioni africane invitate.
Pichetto ha annunciato 3 priorità riguardo al rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti, cioè “concretezza, cooperazione in particolare con l’Africa, un approccio pragmatico e non ideologico secondo il principio di neutralità tecnologica“. Si ribadisce inoltre l’importanza di partenariati non predatori, seguendo il modello del Piano Mattei.
In generale, tra i temi al centro del summit ci sono le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la graduale uscita dai combustibili fossili, la biodiversità e la ricerca su nuove tecnologie nucleari, la fusione, l’economia circolare, le materie prime critiche e i biocarburanti.
Inoltre, Canada, Francia, Germania e Regno Unito vogliono un trattato per ridurre l’inquinamento da plastica e intendono coinvolgere Stati Uniti e Giappone, più riluttanti. Il G7 dovrebbe impegnarsi a ridurre la produzione di plastica, che si trova ovunque, dai picchi delle montagne al fondo degli oceani, e persino nel sangue umano. La bozza del comunicato finale prevede di ridurre la produzione globale di polimeri primari per eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040.