G7, approvata la Carta di Venaria: dallo stop al carbone al sostegno a rinnovabili e Africa

G7, tra gli impegni assunti con la “Carta di Venaria” ci sono lo stop alle centrali a carbone entro il 2035, triplicare le rinnovabili al 2030 e sviluppare la fusione
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Progressivo abbandono dei combustibili fossili, la cui prima tappa è l’uscita dal carbone; favorire la forte crescita delle rinnovabili attraverso la moltiplicazione della capacità di stoccaggio dell’energia; promuovere la collaborazione dei G7 nel settore dell’energia da fusione; emanciparsi dalle rimanenti importazioni di gas russo; ridurre le emissioni di metano; aumentare la sicurezza e la sostenibilità delle materie prime critiche; eliminare le emissioni di gas serra diversi dalla CO2; creare un “Hub G7” per accelerare le azioni di adattamento; istituire una “Coalizione G7 sull’Acqua”; sviluppare una Agenda volontaria su tessile e moda circolari; assicurare una transizione giusta verso l’energia pulita nei Paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento all’Africa.

Queste alcune delle principali novità, in termini di nuovi impegni e programmi, emersi dalla riunione del G7 Clima, Energia ed Ambiente di Torino svoltasi a Venaria Reale che danno un preciso seguito agli obiettivi concordati alla COP28, e un messaggio chiaro agli altri Paesi, in particolare alle maggiori economie, sul livello di impegno che serve per rispondere adeguatamente alla sfida del cambiamento climatico, in modo ambizioso, efficace e al tempo stesso alla portata.

Sono molto soddisfatto dei risultati del G7 e ringrazio le delegazioni per l’ottimo lavoro svolto”, afferma il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto. “È stato infatti possibile, con un impegno comune, coniugare le differenti esigenze e sensibilità nel segno di un obiettivo condiviso che è ambientale ed energetico ma anche improntato alla solidarietà fra i Paesi del G7 e quelli in via di sviluppo. Vanno in questa direzione le decisioni assunte sull’uscita dal carbone, sulla moltiplicazione della capacità di accumulo di energia, sul sostegno all’adattamento nei Paesi del sud del mondo, sull’energia da fusione. È importante che le grandi economie del pianeta assumano la responsabilità e l’onere anche finanziario di condurre la sfida per la transizione ecologica e per attuare un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.

I dettagli degli impegni assunti

Il documento finale del Vertice, nel ribadire gli impegni già assunti nelle precedenti sessioni del G7, ne avvia la concreta e significativa attuazione.

In particolare sul fronte energetico, i Paesi G7 si sono impegnati a chiudere le proprie centrali a carbone entro la prima metà del prossimo decennio (2035 al più tardi) o comunque in una data compatibile con l’obbiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro il grado e mezzo, limitandone nel frattempo l’uso al minimo necessario.

In materia di rinnovabili per attuare l’impegno assunto alla COP28 di triplicare la capacità di produzione al 2030, i G7 si sono impegnati a contribuire a sestuplicare la capacità degli accumuli di energia al 2030, portandola fino a 1,5 TW, a livello globale.

Per il nucleare, i Paesi G7 hanno deciso di istituire un Gruppo di Lavoro sull’Energia da Fusione per condividere le migliori pratiche ed esplorare le aree di cooperazione per accelerare lo sviluppo e la dimostrazione di impianti a fusione, incoraggiando l’aumento degli investimenti privati e pubblici. È stato inoltre deciso di favorire il coordinamento all’interno del G7 sugli aspetti regolatori.

Preso, inoltre, il rilevante impegno politico di mettere fine a ogni significativa dipendenza dal gas russo, lavorando per abbandonarne le importazioni prima possibile, al fine di ridurre le entrate della Russia, come misura di supporto all’Ucraina.

Ulteriori impegni sono:

  • la riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili;
  • decarbonizzazione degli impianti industriali e hard-to abate ricorrendo alle tecnologie innovative tra cui CCS, l’idrogeno rinnovabile a basse emissioni e biometano;
  • promuovere la sicurezza di approvvigionamento delle materie prime critiche mediante la concreta attuazione del Piano previsto al G7 dello scorso anno.

Sono state inoltre confermate le diverse opzioni per la decarbonizzazione del settore stradale.

Importante tutta la parte che riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici in cui si registrano una serie di impegni e nuove iniziative come “G7 Adaptation Accelerator Hub” che nasce dall’esigenza di trasformare le priorità dei piani di adattamento dei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili in piani d’investimento capaci di attrarre finanziamenti pubblici e privati.

L’impegno per la collaborazione in particolare con i Paesi africani, sulla scorta della impostazione politico-culturale del “Piano Mattei”, è evidenziata altresì dalla creazione di un Hub del G7 dedicato alla promozione di un approccio comune da adottare nelle iniziative progettuali di gestione sostenibile del suolo in Africa e nel bacino del Mediterraneo.

In questo campo di tutela e delle risorse naturali va inserita anche la decisione di istituire una “Coalizione G7 sull’Acqua”, che rappresenta la prima iniziativa dei G7 sul tema e che potrà essere il luogo di discussione e di confronto per facilitare una sintesi delle posizioni comuni da rappresentare nei consessi internazionali.

In materia di economia circolare di rilievo è la decisione di incaricare “l’Alleanza del G7 sull’Efficienza delle Risorse” di lavorare, entro la fine del 2024, allo sviluppo di una comune “Agenda volontaria sul Tessile e la Moda Circolari” tra governi, imprese, e stakeholder allo scopo di guidare il cambiamento all’interno dell’industria tessile e della moda promuovendo pratiche di economia circolare lungo l’intera catena del valore, contribuendo così a combattere il fenomeno del “fast fashion” e i relativi impatti ambientali. Questa iniziativa è stata concordata anche con B7 IT, la riunione delle “Confindustrie” dei Paesi del G7 che si sono riunite a Torino nei giorni scorsi.

Accanto a queste decisioni vanno segnalate le conferme di importanti scelte assunte recentemente a livello internazionale, quali:

  • ribadire l’intenzione di perseguire l’obbiettivo di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento riconoscendo il ruolo cruciale della finanza pubblica;
  • riconoscere che la risposta alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo passa necessariamente attraverso la mobilizzazione di tutti i flussi finanziari disponibili e l’utilizzo di una pluralità di strumenti finanziari e il coinvolgimento del settore privato;
  • impostare standard ambiziosi di qualità dell’aria tenendo conto delle linee guida più recenti dell’OMS;
  • implementare l’impegno come G7 a fermare l’inquinamento da plastiche, con particolare riferimento al mare e agli oceani, e a intraprendere azioni lungo tutto il ciclo di vita, dalla prevenzione dell’inquinamento da plastiche fino al riciclo, affrontando anche il tema delle microplastiche in termini di fonti, vie di trasmissione e impatti.

L’iniziativa “Adaptation Accelerator Hub”

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, insieme ai partner del G7, ha annunciato un’iniziativa sull’adattamento per rafforzare la cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo, in particolare con quelli più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. L’iniziativa – spiega una nota del G7 – denominata ‘Adaptation Accelerator Hub’, intende contribuire a colmare il divario tra i livelli attuali di adattamento e quanto sarebbe necessario per rispondere con urgenza agli impatti dei cambiamenti climatici nei Paesi e nelle comunità più vulnerabili.

L’obiettivo è quello di accelerare l’implementazione e gli investimenti in azioni di adattamento, con particolare attenzione alla definizione di piani di investimento necessari per rispondere ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo. L’Adaptation Accelerator Hub mira a promuovere partenariati, a rafforzare e mobilitare il sostegno ai Paesi in via di sviluppo più vulnerabili per passare dalla fase di pianificazione alla fase di attuazione. Basandosi sul modello di cooperazione promosso dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Adaptation Pipeline Accelerator (APA), l’iniziativa riconoscerà l’importante contributo di altre iniziative esistenti a livello nazionale e internazionale su adattamento, come la NAP Global Network, la NDC Partnership e altre simili piattaforme o approcci programmatici, creerà collegamenti e sinergie tra loro per accrescerne il contributo. I membri del G7 propongono questa iniziativa per creare connessioni e rafforzarle ulteriormente, facendo da catalizzatore per migliorare la collaborazione tra un’ampia gamma di attori tecnici e finanziari, tecnologie, comprese le istituzioni nazionali per lo sviluppo o finanziarie del G7.

Con il lancio dell’iniziativa, il G7 – si legge nella nota – dimostra la sua determinazione congiunta ad accelerare con urgenza l’implementazione di misure di adattamento nei Paesi più vulnerabili e a riaffermare la sua solidarietà con i Paesi che stanno maggiormente subendo le conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici. Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), con la sua vasta esperienza e risorse tecniche per facilitare efficacemente l’attuazione di azioni di adattamento nei Paesi in via di sviluppo, sarà impegnato a sostenere l’Adaptation Accelerator Hub. L’UNDP, che intende assumere il ruolo in maniera inclusiva rispetto a tutto il sistema delle Nazioni Unite, potrà basarsi su esperienze esistenti, per facilitare necessarie consultazioni con i Paesi in via di sviluppo, per agevolare la creazione di partenariati tra Paesi, ampliare la partecipazione e promuovere il coinvolgimento di un’ampia gamma di partner tecnici e finanziari. L’Italia sottolinea il suo impegno per il raggiungimento degli obiettivi dell’iniziativa impegnandosi a fornire un contributo finanziario a UNDP per permettere l’attuazione dell’iniziativa.

G7, tutte le dichiarazioni

Per il Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “nonostante i progressi compiuti, la scienza evidenzia come ci sia ancora un divario da colmare tra gli attuali livelli di adattamento e quelli necessari per rispondere adeguatamente agli impatti e ridurre i rischi climatici. Come G7, uniamo le forze per sostenere i Paesi più vulnerabili nel trasformare i piani di adattamento in progetti concreti per aumentare la loro resilienza. L’Adaptation Accelerator Hub aiuterà ad ottimizzare la collaborazione, lo scambio di esperienze e competenze tecniche, la comunicazione e il supporto tra i Paesi partner. Attraverso un maggiore coordinamento e una maggiore collaborazione, vogliamo ottenere un approccio più coerente, contribuendo così in ultima analisi ad aumentare la resilienza e la sostenibilità delle comunità del mondo”.

Shintaro Ito, Ministro dell’Ambiente del Giappone, ha aggiunto: “è importante essere proattivi nell’adottare misure di adattamento. Sulla base del Pacchetto di assistenza per promuovere gli investimenti per azioni globali verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, presentato alla COP28, il Giappone ha promosso l’introduzione di un sistema di allerta precoce attraverso un partenariato pubblico-privato, la condivisione delle informazioni e lo sviluppo delle capacità con la Piattaforma informativa sull’adattamento ai cambiamenti climatici dell’Asia e del Pacifico (AP-PLAT). Il Giappone vorrebbe contribuire, collaborando con i Paesi del G7, a consolidare importanti informazioni sulle misure di adattamento e a promuovere un’applicazione integrata ed efficace di politiche e tecnologie. A questo proposito, il Giappone accoglie con favore il lancio dell’Adaptation Accelerator Hub”.

Secondo Steven Guilbeault, Ministro dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici del Canada, “la scienza è chiara: i cambiamenti climatici indotti dall’uomo, compresi eventi estremi più frequenti e intensi, stanno già causando impatti negativi in maniera diffusa. In tutti i settori e in tutte le regioni, le persone e i sistemi più vulnerabili continuano ad essere colpiti in maniera sproporzionata nonostante gli attuali sforzi di adattamento. Il G7 Adaptation Accelerator Hub ha il potenziale di riunire gli attori che si occupano di adattamento per affrontare in modo coerente le lacune tra la pianificazione e la realizzazione di interventi sul campo, dove sono più necessari. Il Canada è orgoglioso di sostenere questa iniziativa e ribadisce il suo impegno a continuare a fare progressi nel potenziare la capacità di adattamento dei Paesi vulnerabili per rispondere agli impatti dei cambiamenti climatici”.

Sue Biniaz, Vice Inviato Speciale per il Clima degli Stati Uniti, ha aggiunto: “gli Stati Uniti accolgono con favore l’iniziativa del G7 sull’adattamento, che contribuirà a colmare una lacuna critica nell’attuazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici. Siamo lieti di contribuire a questo sforzo collaborando con il Congresso per fornire un nuovo sostegno alla National Adaptation Plan (NAP) Global Network, al fine di aiutare i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili a creare e rafforzare piani di investimento per l’adattamento che possano attrarre finanziamenti e accelerare l’implementazione”.

Svenja Schulze, Ministro per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo della Germania, ha affermato che “non è mai stato così urgente costruire resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici. Accogliamo con favore e sosteniamo l’iniziativa del G7 per accelerare l’implementazione di azioni di adattamento. L’iniziativa incoraggia un migliore coordinamento e un maggiore consolidamento tra le istituzioni che operano nel settore e ci auguriamo che contribuisca ad attrarre anche investimenti necessari dal settore privato verso i Paesi più vulnerabili”.

Wopke Hoekstra, Commissario per l’Azione sul Clima dell’Unione Europea, ha spiegato che “la cooperazione internazionale è fondamentale per rafforzare la resilienza dei paesi più vulnerabili. Accogliamo quindi con favore l’Adaptation Accelerator Hub lanciato dalla Presidenza che contribuirà a potenziare il coordinamento dei membri del G7 basandosi sulle iniziative esistenti e ad attirare i tanto necessari finanziamenti privati verso i Paesi più vulnerabili“.

Andrew Bowie, Ministro per il Nucleare e le Energie Rinnovabili del Regno Unito, ha sottolineato invece che “oggi si completa una tappa importante in vista della COP29: stiamo rafforzando il nostro sostegno ai Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici attraverso l’Adaptation Accelerator Hub. Questa iniziativa aiuterà le comunità più a rischio a trasformare i piani in azioni per proteggere il loro ambiente e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, come quelli dovuti ad eventi estremi. Desidero ringraziare la Presidenza italiana per aver portato avanti questa iniziativa”.

Infine Selwin Hart, Consigliere Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Azione sul Clima e Sottosegretario Generale per il Team Azione sul Clima, ha concluso: “l’aumento delle temperature comporta un aumento dei rischi: tempeste, incendi, inondazioni e siccità diventano sempre più frequenti e intensi. La situazione non potrà che peggiorare con il continuo aumento delle emissioni globali. Vite umane e mezzi di sostentamento vengono persi e distrutti. Questo rende l’azione per proteggere le persone e le loro economie più urgente che mai. Tuttavia, gli sforzi globali a sostegno della pianificazione, del finanziamento e dell’attuazione dell’adattamento nei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili stentano ad avanzare o stanno rallentando. Proteggere coloro che sono in prima linea nella crisi climatica deve essere una priorità assoluta del G7 e del mondo. Ciò include il rispetto dell’impegno preso alla COP26 di Glasgow di raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento entro il 2025. Le Nazioni Unite collaboreranno con il G7 per garantire che l’Adaptation Accelerator Hub contribuisca a colmare il divario di adattamento e ad allineare il mondo verso un futuro più resiliente e prospero”.

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