Dopo un febbraio molto caldo e con precipitazioni abbondanti, il mese di marzo 2024 ha fatto registrare record di pioggia e neve, raggiungendo i 280 mm di precipitazioni cumulate mensili medie sul bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino: è quanto riporta nel report mensile Arpa Piemonte, evidenziando che “questo dato, oltre a segnare il record storico degli ultimi 70 anni, rappresenta il quadruplo di quanto precipita normalmente in questo mese che, già per sua natura, è il terzo mese più piovoso alle nostre latitudini“.
“Le precipitazioni si sono concentrate in due eventi, nella prima decade del mese e nell’ultima settimana. Il valore cumulato totale da inizio anno solare è così elevato che, se anche non piovesse più fino a giugno, le piogge medie annuali in Piemonte sarebbero ancora nella media climatica degli ultimi 30 anni,” sottolinea Arpa. “Anche la precipitazione cumulata da inizio anno idrologico (dal 1 ottobre al 30 settembre) presenta un surplus importante quantificabile nel 50% rispetto alla norma 1991-2020“.
Le temperature del mese sono state lievemente superiori alla norma (+0.7°C) “grazie a una prima parte del mese calda e a un’ultima settimana piuttosto fresca che ha bilanciato il computo totale. La temperatura media di marzo 2024, 6.3 °C, è stata in linea con quella del mese precedente (6°C) a testimonianza di quanto anomalo sia stato il mese di febbraio 2024″.
Grazie alle precipitazioni abbondanti di febbraio e quelle addirittura da record di marzo, gli indici SPI e SPEI “ci mostrano una regione in salute dal punto di vista della disponibilità d’acqua: alle scale temporali medio-brevi di 1 mese e di 3 mesi, il Piemonte è in condizioni di piovosità severa o anche estrema, situazione che si verifica mediamente una volta ogni 30 anni circa. Alle scale temporali superiori (6 e 12 mesi) la regione è invece in condizioni di piovosità generalmente moderata e, solo nel basso Piemonte, il regime attuale è quello “normale” seppur tendente al piovoso/umido“.
Ad ulteriore testimonianza di una situazione complessivamente più che tranquilla sul fronte delle risorse idriche, relativamente a quelle superficiali attualmente stoccate, “il valore stimato è circa il doppio di quanto si osserva normalmente in questo periodo dell’anno (4.222 milioni di mc contro 2.024 milioni di mc), con il Lago Maggiore che fa segnare un surplus del 54% e soprattutto l’equivalente di neve in acqua (SWE) che è ovunque in Piemonte più del doppio rispetto alla norma, con valori alla chiusura del bacino del Po da record assoluto per questo periodo dell’anno“.
“Impietoso“, ovviamente, il confronto con le due annate siccitose precedenti, quando i quantitativi erano 5 volte inferiori.
Il manto nevoso presente sulle Alpi è infatti “da primato storico per la fine marzo sui settori settentrionale e occidentale e circa di una volta e mezza superiore alla norma climatica sui rilievi meridionali. Si notano ad esempio i valori da record in alta Val Formazza, con la stazione di Pian dei Camosci che registra più di 4 m di spessore di neve al suolo, un valore record per inizio aprile“.
Le abbondanti precipitazioni registrate nel mese di marzo “hanno permesso di compensare i deficit di portata ancora presenti su alcuni corsi d’acqua a febbraio. Pertanto, le portate medie mensili dei corsi d’acqua risultano superiori alla media mensile storica determinando scarti positivi su tutti i bacini della regione. I settori settentrionale e orientale, quelli più colpiti dalle precipitazioni dell’ultimo mese, vedono surplus di portata sui corsi d’acqua superiori al +150% (+191% sul Sesia a Palestro e +153% sul Toce a Candoglia). Nel settore occidentale la Stura di Lanzo è il corso d’acqua che registra lo scarto positivo più significativo (+152% a Lanzo), mentre il Varaita quello minore (+34% a Polonghera). Anche nel settore meridionale si evidenzia una situazione positiva, ma con valori più contenuti rispetto al resto della regione (+27% sul Tanaro a Farigliano e +69% sulla Stura di Demonte a Gaiola). Tale situazione di surplus di portata risulta in linea anche con quanto registrato sulle aste principali di Tanaro e Po: +124% sul Tanaro a Montecastello, +76% sul Po a Torino e +146% sul Po a San Sebastiano“.
Nella tabella seguente i dati delle portate di alcune sezioni del reticolo principale:
All’idrometro di Isola Sant’Antonio, che rappresenta la chiusura dell’intero bacino piemontese del Po, “si registra una portata media per il mese di marzo pari a 1.065 mc/s che risulta quasi tre volte superiore alla portata media mensile storica e rappresenta il valore di portata media mensile di marzo più alto da quando è in funzione la stazione (1998)“.
Infine, in lenta ripresa quasi ovunque anche le acque sotterranee “che, dopo due annate consecutive di siccità, stanno risalendo grazie alle piogge di questi ultimi mesi. In molti piezometri la soggiacenza risulta minore del 25° percentile o del valor medio della serie storica di riferimento; permangono tuttavia alcune situazioni con valori medi del mese ancora superiori al 75° percentile, quindi con un livello delle acque sotterranee lontano dal piano campagna,” conclude Arpa.