Il 1° aprile 1748 è una data fondamentale nella storia dell’archeologia: l’inizio degli scavi archeologici di Pompei, l’antica città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La riscoperta di Pompei ha avuto un impatto rivoluzionario sulla nostra conoscenza della civiltà romana, offrendo uno spaccato inestimabile della vita quotidiana di un’epoca passata.
Le prime esplorazioni
Le prime notizie di ritrovamenti archeologici nell’area di Pompei risalgono al XVI secolo, ma è solo nel Settecento che si avviano veri e propri scavi sistematici. Il merito va a Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia, che ordinò l’inizio delle ricerche sotto la direzione di Roque Joaquín de Alcubierre.
Le prime scoperte
I primi scavi si concentrarono nella zona di Porta Marina, dove furono riportate alla luce le prime domus, tra cui la Casa di Sirico e la Casa del Fauno. Il ritrovamento di statue, mosaici e affreschi di grande bellezza suscitò grande entusiasmo in tutta Europa, alimentando l’interesse per l’archeologia e la storia antica.
Lo sviluppo degli scavi
Nel corso del XIX secolo, gli scavi di Pompei continuarono sotto la direzione di diversi archeologi, tra cui Giuseppe Fiorelli, che diede un importante impulso all’organizzazione e al metodo scientifico delle ricerche. Grazie al suo lavoro, si estesero le aree di scavo e si misero in luce nuovi edifici di grande rilevanza, come il Foro, l’Anfiteatro e le Terme Stabiane.
Pompei oggi
Oggi Pompei è uno dei siti archeologici più importanti al mondo, patrimonio mondiale dell’UNESCO. L’area archeologica si estende per oltre 40 ettari e comprende circa 1500 edifici, tra cui case private, botteghe, templi, edifici pubblici e monumenti funerari. La città offre un’incredibile opportunità di conoscere la vita quotidiana nell’antica Roma, dalle abitudini domestiche alle attività economiche, dalla religione alle forme di spettacolo.