Il sistema immunitario dei topi anziani viene ripristinato a uno stato più giovane utilizzando una terapia con anticorpi descritta su Nature questa settimana. Il metodo, che mira alle cellule staminali dell’invecchiamento aberrante, è dimostrato essere in grado di riequilibrare la produzione di cellule del sangue e ridurre il declino immunitario legato all’età. Sono necessari studi preclinici e clinici per determinare se questo approccio potrebbe essere praticabile negli esseri umani.
Invecchiare e poi ringiovanire
L’invecchiamento è associato a un cambiamento nelle cellule staminali ematopoietiche (HSC), che danno origine a tutti i tipi di cellule del sangue. Le HSC giovani hanno una produzione bilanciata di cellule linfoidi e mieloidi (due diverse linee cellulari di globuli bianchi che hanno ruoli nelle risposte immunitarie), ma la produzione di cellule mieloidi aumenta con l’età. Si ritiene che queste alterazioni sottendano ai cambiamenti legati all’età del sistema immunitario, come la ridotta immunità adattativa e l’aumentata infiammazione.
Con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio nelle popolazioni di HSC invecchiate, Irving Weissman e colleghi hanno ideato un’immunoterapia per eliminare le HSC con predisposizione mieloide. Gli autori identificano proteine di superficie cellulare su questo sottoinsieme di HSC (non trovate nelle HSC con produzione bilanciata) che potrebbero essere bersagliate dagli anticorpi.
Dimostrano che questo approccio può eliminare le HSC con predisposizione mieloide nei topi anziani, ripristinando caratteristiche di un sistema immunitario più giovane, come un aumento dei progenitori linfocitari comuni e di altre cellule immunitarie, riducendo nel contempo i marcatori legati all’età del declino immunitario, come l’infiammazione. I topi trattati mostrano migliori risposte immunitarie all’infezione virale.
Nell’accompagnare News & Views, Yasar Arfat Kasu e Robert Signer mettono in guardia dal fatto che aumentare la produzione linfoidi negli adulti più anziani potrebbe potenzialmente aumentare il rischio di crescita tumorale (come la leucemia), che è stato dimostrato essere soppresso dalla ridotta produzione linfoidi. “Tuttavia, il peso di un aumento del rischio di leucemia linfoidi potrebbe essere bilanciato dalla maggiore protezione dalle infezioni e dal ridotto rischio di altri tumori, che sarebbero garantiti da una sorveglianza immunitaria potenziata“, aggiungono.