Un calo del 30% dell’acqua contenuta negli invasi rispetto allo stesso periodo del 2023 e danni incalcolabili ai terreni seminati a grano duro, ma anche al comparto zootecnico a causa della siccità in Sicilia. “Le nostre migliori estensioni cerealicole delle aree rurali del centro Sicilia oggi sono una desolazione: sterminate aree seminate a grano che non andranno a maturazione perché sono già ingiallite e in alcune zone, le piante si presentano con il gambo alto solo alcuni centimetri”. A lanciare l’allarme è la Cia della Sicilia Orientale.
“Non è più solo un grido di allarme quello che proviene dalle campagne siciliane, ma una tragica conferma della perdita irreversibile delle produzioni agricole che getta nello sconforto i nostri agricoltori. Alte temperature e siccità hanno messo all’angolo la Sicilia“, spiega l’organizzazione, che lancia l’ennesimo appello al Governo regionale e nazionale. “La richiesta dello stato di emergenza nazionale decisa dalla Giunta Regionale, non ancora approvata dal Consiglio dei Ministri – si legge nella nota sottoscritta dalla Giunta CIA Sicilia Orientale – dovrà garantire un approvvigionamento idrico e potabile ai cittadini e alle aziende agricole e zootecniche della Sicilia, e mettere in campo una serie di interventi finanziari mirati al sostegno delle aziende agricole per compensare la perdita secca di reddito, con uno sgravio immediato dei ruoli consortili ordinari ed irrigui e altri oneri fiscali, contributivi e di moratoria, sospensione dei mutui che pesano sulle imprese del settore agricolo e zootecnico”.
“Ribadiamo con forza che urge un Piano Straordinario per affrontare le emergenze – conclude la nota di Cia Sicilia Orientale – e, seppur consapevoli delle difficoltà del momento e degli sforzi che si stanno facendo per colmare i ritardi del passato, bisogna pianificare gli interventi necessari a medio e lungo periodo per rilanciare il comparto e il reddito degli agricoltori”.
Sindaco di Agrigento: “situazione gravissima”
“Sono pronto a restituire il titolo di ‘Agrigento Capitale italiana della cultura 2025’ se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica”. Lo ha annunciato il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, partecipando all’assemblea dei sindaci dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, convocata d’urgenza per discutere sulle possibili soluzioni per alleviare la grave crisi determinata dalla lunga siccità.
Miccichè è d’accordo con la richiesta dello stato di emergenza nazionale: “bisogna coinvolgere il governo nazionale a sostegno di un’isola assetata e disperata”. “A breve incontrerò il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, che ben conosce la condizione infrastrutturale idrica della regione. Gli consegnerò un documento congiunto firmato da tutti i sindaci agrigentini affinché siano adottate misure straordinarie. Ritengo che tra l’altro bisogna rendere utilizzabile il bacino più ampio a nostra disposizione, ovvero il mare, e quindi il ripristino o l’installazione dei dissalatori lungo la costa, ad esempio a Porto Empedocle dove vi è già un impianto dismesso”, conclude il primo cittadino.