Consiglio di Stato: “domande per test di medicina devono essere consegnate”

"Oltre ai quesiti che i singoli candidati avevano errato o omesso nella loro prova, che sino ad oggi l'Amministrazione si è sempre rifiutata di consegnare"
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Il Ministero dell’Università e il Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso (Cisia) dovranno consegnare le domande utilizzate per i test per le prove di accesso alla facoltà di Medicina. La decisione è contenuta in una sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha respinto un appello proposto dallo stesso Cisia per contestare una sentenza favorevole agli studenti emessa dal Tar del Lazio a dicembre scorso dopo un ricorso proposto dagli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti.

L’accesso ai test di medicina

Secondo quanto si è appreso, il Consorzio aveva negato l’accesso ai test di Medicina – fornendo solo la possibilità di visionare le domande – sostenendo che era fondamentale mantenere segreta la banca dati costituita dai 1700 quesiti da somministrare e al fine di consentire la ripetibilità delle prove. Secondo il Consiglio di Stato, limitare l’accesso alla mera visione del documento “appare una soluzione contraddittoria, oltre che inutile, atteso che il vulnus alla riservatezza, ove lo si ritenesse, sarebbe comunque arrecato per il solo fatto che un candidato sia in grado di rivelare il contenuto della propria prova e degli esiti, sia pure mnemonicamente acquisiti, non essendo affatto necessaria la pubblicazione degli stessi nel formato visivo predisposto dall’Amministrazione“.

Ecco che allora, se “la salvaguardia della banca dati rappresenta certamente un bene-interesse meritevole di tutela“, la stessa deve essere perseguita “con mezzi adeguati e proporzionati rispetto al fine, in quanto anteporre tout court la segretezza dei dati in essa contenuti rispetto alla tutela delle esigenze difensive del candidato, costituisce una soluzione irragionevole sul piano logico, ancor prima che giuridico, e, comunque sia, non conforme all’espresso dettato normativo“.

Oltre ai quesiti che i singoli candidati avevano errato o omesso nella loro prova, che sino ad oggi l’Amministrazione si è sempre rifiutata di consegnare impedendo, per la prima volta nella storia dei concorsi pubblici e dei test di ingresso la visione dei compiti da parte degli studenti, il Cisia dovrà consegnare tutti i dati e tutta la documentazione atta a chiarire come quelle domande sono state equalizzate e che valore hanno complessivamente avuto nella graduatoria – commentano gli avvocati Delia e BonettiFinalmente adesso potremo accertare quanti errori e imperfezioni vi sono e come hanno inciso sulla graduatoria“.

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