Il 21 maggio, il Ministero della Difesa russo ha proposto al governo di rivalutare i confini marittimi della Russia nel Mar Baltico affinché questi confini “corrispondano alla situazione geografica moderna“. Questa proposta, seppur successivamente cancellata, ha sollevato preoccupazioni e speculazioni sia all’interno che all’esterno della Russia, suggerendo potenziali implicazioni geopolitiche nella regione.
I nuovi confini marittimi della Russia
Secondo quanto riportato dall’Institute for the Study of War (ISW), il Ministero della Difesa russo aveva prodotto un documento in cui si proponeva di rivalutare i confini marittimi stabiliti nel 1985 nel Golfo di Finlandia. La giustificazione fornita era che questi confini erano basati su “mappe di navigazione nautica su piccola scala” ormai obsolete, sviluppate a metà del XX secolo. Nonostante il Cremlino e i funzionari del Ministero della Difesa abbiano negato ufficialmente l’esistenza di tali piani, vi sono indicazioni che il governo russo stia comunque considerando misure di “sicurezza” nel Mar Baltico, lasciando aperta la possibilità di future azioni in questa direzione.
La mappa dei nuovi confini
Contesto storico e strategico della Russia
Il Mar Baltico ha sempre rappresentato un’area di grande interesse strategico per la Russia e per i paesi confinanti, inclusi membri della NATO come Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. I confini marittimi stabiliti nel 1985 riflettono una realtà geopolitica ormai superata, che non tiene conto delle attuali dinamiche di sicurezza e delle tecnologie moderne di navigazione e difesa.
La proposta di rivedere questi confini suggerisce che la Russia potrebbe cercare di affermare una maggiore presenza e controllo in quest’area, potenzialmente alterando l’equilibrio delle forze navali nel Baltico. Ciò potrebbe includere l’espansione delle zone economiche esclusive (ZEE) russe o l’istituzione di nuove aree di esercitazione militare, con implicazioni dirette per la libertà di navigazione e per la sicurezza dei paesi vicini.
Reazioni internazionali
La proposta russa ha suscitato immediate preoccupazioni tra i paesi baltici e i loro alleati occidentali. Il timore è che una rinegoziazione dei confini marittimi possa portare a tensioni aumentate e a potenziali conflitti. L’Unione Europea e la NATO monitorano attentamente la situazione, consapevoli del fatto che qualsiasi modifica unilaterale dei confini marittimi potrebbe essere percepita come una mossa aggressiva e destabilizzante.
Inoltre, la revisione dei confini marittimi potrebbe avere implicazioni economiche significative. Le risorse naturali presenti nel Mar Baltico, comprese le riserve di gas e petrolio, nonché le rotte di trasporto marittimo, rendono la regione di interesse cruciale non solo per la Russia, ma anche per l’Europa.