Segreti del Passato: le “perturbazioni” storiche sono la chiave della nostra forza

Questo studio offre interessanti analogie con l'ecologia, dove si ritiene che le frequenti perturbazioni naturali possano contribuire ad aumentare la resilienza
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Le frequenti perturbazioni storiche che incidono sul tessuto delle società umane possono risultare fondamentali nel potenziare la capacità delle popolazioni di resistere e riprendersi da successivi periodi di declino, come recentemente evidenziato da uno studio pubblicato su Nature. Questo studio, il cui campo di indagine abbraccia un arco temporale di 30.000 anni della storia umana, porta con sé implicazioni significative per la futura crescita e resilienza delle popolazioni, oltre che per le attuali iniziative di costruzione della resilienza.

La resilienza e le perturbazioni storiche

La resilienza, intesa come la capacità di resistere e riprendersi dopo le crisi, costituisce un aspetto cruciale per il benessere e la continuità di ogni società umana. Sebbene molti studi abbiano investigato la resilienza nelle società attuali, i fattori che sostengono la resilienza a lungo termine sono stati oggetto di minor attenzione.

Per colmare questa lacuna, il team di ricerca, guidato da Philip Riris, ha condotto un’analisi approfondita, quantificando i modelli di resistenza delle popolazioni preistoriche di fronte a perturbazioni storiche ambientali o culturali. Tale studio ha coinvolto dati provenienti da 16 diverse località in tutto il mondo, evidenziando che l’aumento della frequenza dei periodi di declino può incrementare la capacità delle popolazioni di resistere e riprendersi dalle perturbazioni. Tuttavia, è importante notare che l’effetto di questa resilienza è fortemente influenzato dai modelli di utilizzo del suolo: le società agricole e pastorali, pur essendo più vulnerabili alle crisi che causano una riduzione della popolazione, dimostrano allo stesso tempo una maggiore resilienza complessiva.

Questo studio offre interessanti analogie con l’ecologia, dove si ritiene che le frequenti perturbazioni naturali possano contribuire ad aumentare la resilienza a lungo termine dei principali servizi ecosistemici. Inoltre, gli autori avanzano l’ipotesi che la crescita demografica a lungo termine dell’umanità potrebbe essere stata sostenuta, almeno in parte, da cicli di feedback positivi che coinvolgono la vulnerabilità, la resistenza e la ripresa.

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