Malaria e clima che cambia in Africa: la situazione attuale

Gli sforzi per comprendere e prevedere l'andamento della malaria in Africa hanno subito una svolta significativa grazie a una ricerca
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Il dibattito sul cambiamento climatico è da tempo al centro delle discussioni globali, poiché gli effetti del riscaldamento globale si fanno sempre più evidenti. Tuttavia, le implicazioni del cambiamento climatico non si limitano solo alla temperatura e al clima, ma si estendono anche alla salute pubblica, con malattie come la malaria che sono profondamente influenzate dalle variazioni ambientali. In questo contesto, una nuova ricerca emerge come una luce di speranza, offrendo una prospettiva sorprendente sul futuro della malaria in Africa. Secondo gli esperti, i modelli climatici combinati suggeriscono che le aree a rischio di trasmissione di questa malattia potrebbero diminuire più rapidamente e più ampiamente di quanto previsto in precedenza.

L’avanzamento della ricerca

Gli sforzi per comprendere e prevedere l’andamento della malaria in Africa hanno subito una svolta significativa grazie a una ricerca finanziata dal Natural Environment Research Council e pubblicata sulla prestigiosa rivista Science. Il team di esperti dell’Università di Leeds ha adottato un approccio innovativo, combinando modelli climatici e idrologici per valutare l’idoneità ambientale futura della malaria nel continente africano. Questo metodo ha permesso una visione più accurata delle condizioni favorevoli alla malaria, considerando fattori come evaporazione, infiltrazione e flusso dei fiumi, spesso trascurati nei modelli precedenti basati solo sulle precipitazioni.

Implicazioni della ricerca

Secondo i risultati, le prospettive della malaria in Africa potrebbero cambiare in modo significativo nel corso del 21° secolo. Si prevede una diminuzione complessiva delle aree idonee alla trasmissione della malaria, con una particolare attenzione all’Africa occidentale e all’estremo oriente fino al Sud Sudan. Questa previsione, basata su modelli più accurati, apre la strada a una nuova fase nella lotta contro questa malattia debilitante.

Un aspetto chiave emerso dalla ricerca è il ruolo dei corsi d’acqua, come il fiume Zambesi, nella diffusione della malaria. Si stima che una popolazione significativa viva in aree a rischio per un periodo prolungato durante l’anno, rispetto alle previsioni precedenti. Questa scoperta sottolinea l’importanza di considerare non solo le precipitazioni, ma anche i flussi idrici nella valutazione dei rischi legati alla malaria.

Impatto dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici sono un fattore chiave nella riduzione prevista delle aree a rischio di malaria. Le condizioni calde e secche, causate dai cambiamenti climatici, influenzeranno significativamente la distribuzione geografica della malattia. Tuttavia, è importante notare che i cambiamenti previsti non saranno uniformi in tutta l’Africa. Mentre si prevede una diminuzione delle aree a rischio in alcune regioni, altre potrebbero vedere un aumento, come nel caso del Sud Africa lungo il fiume Orange.

La ricerca mette in luce anche la sensibilità delle previsioni alla variazione delle emissioni di gas serra. Gli scenari futuri delle emissioni possono influenzare in modo significativo l’evoluzione della malaria in Africa, evidenziando l’importanza di politiche e azioni volte a mitigare i cambiamenti climatici.

I ricercatori si stanno già proiettando verso il futuro, sperando di affinare ulteriormente i modelli per ottenere previsioni più precise e dettagliate. Questo potrebbe consentire una pianificazione più mirata e strategie di controllo della malaria più efficaci a livello nazionale e regionale.

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