Tra proverbi, credenze popolari e osservazioni empiriche, il tempo atmosferico è da sempre stato oggetto di fascino e mistero. L’uomo, nel corso della storia, ha cercato di interpretare i capricci del cielo, dando vita a un ricco patrimonio di detti, leggende e proverbi legati al meteo. Tramandate di generazione in generazione, queste affermazioni sono diventate parte del nostro immaginario collettivo, influenzando il modo in cui percepiamo e “prevediamo” il tempo. Tuttavia, non sempre queste credenze popolari corrispondono alla realtà scientifica. Anzi, spesso si basano su osservazioni superficiali o su interpretazioni errate dei fenomeni atmosferici. Accingiamoci a sfatare 10 dei miti meteorologici più comuni, svelando la verità scientifica che si cela dietro di essi.
“I fulmini non colpiscono mai due volte lo stesso posto”
Falso! Immaginate la scena: un temporale estivo infuria, il cielo è solcato da lampi accecanti e tuoni assordanti scuotono la terra. Improvvisamente, un fulmine colpisce un albero in giardino. Terrore e stupore si impadroniscono di voi, ma ecco che, pochi istanti dopo, un altro fulmine si scaglia proprio sullo stesso albero! È possibile?
La risposta è sì. Contrariamente a quanto si pensa, i fulmini, potenti scariche elettriche che si verificano durante i temporali, possono benissimo colpire lo stesso posto più volte, soprattutto se si tratta di un’area aperta o di un edificio alto. La probabilità aumenta in caso di temporali intensi e frequenti, che creano condizioni ideali per la formazione di questi fenomeni.
La spiegazione scientifica è semplice: i fulmini seguono il percorso di minor resistenza, che spesso coincide con la via più breve tra le nuvole e il suolo. Se in un’area sono presenti elementi che attirano le scariche elettriche, come alberi alti o edifici, è più probabile che il fulmine colpisca lo stesso punto più volte.
Il famoso Empire State Building di New York è stato colpito da fulmini ben 23 volte tra il 1931 e il 2001. La sua altezza e la sua struttura metallica lo rendono un bersaglio ideale per le scariche elettriche. Dunque, la prossima volta che un temporale infuria, non illudetevi di essere al sicuro solo perché un fulmine ha già colpito un punto preciso. La prudenza non è mai troppa!
“In estate fa più caldo perché la Terra è più vicina al Sole”
Falso! Questa credenza popolare è piuttosto diffusa, soprattutto tra i più piccoli, ma non ha alcun fondamento scientifico. La distanza tra la Terra e il Sole varia nel corso dell’anno, ma le fluttuazioni sono minime e non influenzano in modo significativo le temperature. La vera causa delle stagioni è un’altra: l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale.
Immaginate la Terra come una trottola che gira su se stessa mentre ruota attorno al Sole. L’asse terrestre non è perfettamente perpendicolare al piano orbitale, ma è inclinato di circa 23,5 gradi. Questa inclinazione è ciò che determina le stagioni.
Durante l’estate, l’emisfero boreale (quello in cui ci troviamo noi) è maggiormente inclinato verso il Sole. Questo significa che i raggi solari arrivano sulla Terra con un angolo più diretto, riscaldando la superficie terrestre in modo più intenso. Ecco perché le giornate sono più lunghe e le temperature più elevate in questo periodo dell’anno.
Il punto in cui la Terra si trova più vicina al Sole si verifica a Gennaio, nel bel mezzo dell’inverno boreale. Questo apparente paradosso è dovuto al fatto che l’inclinazione dell’asse terrestre è il fattore determinante per le stagioni, e non la distanza dal Sole.
“La luna influenza il tempo”
Falso! Quante volte abbiamo sentito dire che la luna piena porta la pioggia o che la luna nuova è associata a un cielo terso? Si tratta di credenze popolari diffuse in diverse culture, ma prive di alcun fondamento scientifico.
Perché? I fenomeni meteorologici, come pioggia, vento e tempeste, sono causati da complessi meccanismi atmosferici che coinvolgono la circolazione dell’aria, la pressione atmosferica, la temperatura e l’umidità. La luna, con la sua attrazione gravitazionale, influenza principalmente le maree, ma non ha un impatto significativo sul clima terrestre.
Numerosi studi scientifici rigorosi condotti nel corso degli anni non hanno mai trovato alcuna correlazione tra le fasi lunari e l’incidenza di piogge, temporali o altri fenomeni meteorologici.
“Le rondini volano basso prima della pioggia”
Parzialmente vero! Avete mai osservato le rondini svolazzare basse tra le case o sfiorare la superficie dell’acqua in una giornata umida? C’è un pizzico di verità in questa credenza popolare.
Le rondini, durante la caccia agli insetti, si avvicinano al suolo in condizioni di elevata umidità, spesso associate all’imminenza di pioggia. Questo comportamento è dovuto al fatto che gli insetti, attratti dall’umidità, tendono a volare più bassi in queste condizioni, diventando così prede più facili per le rondini.
Tuttavia, attenzione a non prendere questo fenomeno come un infallibile predittore di pioggia. Le rondini potrebbero volare basso anche per altri motivi, come la ricerca di cibo in zone specifiche o il semplice divertimento. Un cielo nuvoloso e un calo della pressione atmosferica, invece, sono indizi più affidabili di un imminente temporale.
“Rosso di sera, bel tempo si spera”
Non sempre vero! Chi di noi non ha mai ammirato un cielo infuocato al tramonto, immaginando già una giornata soleggiata per il giorno dopo? Ebbene, la realtà è un po’ più complessa.
Il colore rosso del cielo al tramonto dipende dalla dispersione della luce solare da parte dell’atmosfera. Quando il Sole si trova vicino all’orizzonte, la sua luce attraversa un maggior spessore di atmosfera, diffondendo i colori blu e verdi e lasciando prevalere le tonalità rosse.
In alcuni casi, un cielo rosso al tramonto può effettivamente essere un indizio di bel tempo imminente. Questo perché indica che l’aria è secca e stabile, condizioni favorevoli per una giornata soleggiata. Tuttavia, non è una garanzia assoluta. In presenza di umidità o di particolari condizioni atmosferiche, un cielo rosso al tramonto potrebbe preludere a un cambiamento del tempo.
“I tuoni seguono sempre i lampi”
Falso! La luce viaggia più veloce del suono. Ecco perché vediamo il lampo prima di sentire il tuono. Maggiore è la distanza tra noi e il punto in cui si verifica il fulmine, maggiore sarà il divario temporale tra i due fenomeni.
Un fulmine è una scarica elettrica che si propaga nell’atmosfera alla velocità della luce, che è circa 300.000 chilometri al secondo. Il tuono, invece, è un’onda sonora prodotta dall’improvvisa espansione dell’aria lungo il percorso del fulmine. La velocità del suono nell’aria è di circa 340 metri al secondo, decisamente inferiore a quella della luce.
Se vediamo un lampo e poi sentiamo il tuono dopo 5 secondi, significa che il fulmine si è verificato a circa 1.700 metri di distanza (5 secondi x 340 metri al secondo). Più il tuono arriva tardi, più lontano è il fulmine.
“L’arcobaleno appare solo dopo la pioggia”
Falso! L’arcobaleno si può formare ogni volta che la luce solare incide su gocce d’acqua presenti nell’atmosfera, anche in assenza di pioggia. Basta un cielo parzialmente nuvoloso con un po’ di umidità.
L’arcobaleno è un fenomeno ottico causato dalla rifrazione e dalla riflessione della luce solare all’interno delle gocce d’acqua. Quando i raggi del Sole colpiscono le gocce d’acqua con un angolo specifico, si scompongono nei colori dell’arcobaleno, creando lo spettacolare arco luminoso che possiamo ammirare nel cielo.
Sapevate che esistono anche arcobaleni lunari? Si verificano quando la luce lunare viene rifratta dalle gocce d’acqua presenti nell’atmosfera, creando un effetto ottico più tenue e delicato rispetto all’arcobaleno solare.
“Il freddo polare arriva con la Bora”
Parzialmente vero! La Bora, un vento forte e gelido che soffia sull’Adriatico settentrionale, può portare un calo delle temperature, soprattutto in inverno. Tuttavia, non è l’unica causa del freddo polare.
La Bora è un vento catabatico, che significa che origina da masse d’aria fredda che scendono dai monti verso il mare. L’intensità del vento e la sua traiettoria influenzano la sua capacità di abbassare le temperature.
Tuttavia, il freddo polare è causato da ben altri fattori su scala globale, come le fluttuazioni della circolazione atmosferica e l’attività del Vortice Polare, una massa d’aria fredda che si forma sopra il Polo Nord. La Bora può quindi contribuire ad accentuare il freddo polare in alcune zone, ma non ne è la causa principale.
“D’estate i temporali scoppiano sempre nel pomeriggio”
Falso! I temporali possono verificarsi in qualsiasi momento della giornata, anche se la loro frequenza è maggiore nel pomeriggio.
La formazione dei temporali è legata a complessi meccanismi atmosferici che coinvolgono l’umidità, la temperatura e l’instabilità dell’aria. Queste condizioni possono verificarsi in qualsiasi momento della giornata, anche se il riscaldamento solare favorisce generalmente la formazione di temporali nel pomeriggio.
Tuttavia, non è escluso che temporali possano scoppiare anche al mattino o alla sera, soprattutto in presenza di forti correnti ascensionali o di sistemi meteorologici perturbati. Dunque, occhi aperti in ogni momento della giornata, se amate o temete i temporali!
“L’odore della pioggia è causato dall’ozono”
Parzialmente vero! L’odore caratteristico della pioggia è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui il geosmin, un composto organico prodotto da alcuni batteri presenti nel suolo che viene rilasciato in aria con la pioggia. L’ozono, pur presente nell’atmosfera, non ha un ruolo significativo in questo fenomeno.
Il geosmin è un composto organico volatile prodotto da alcuni batteri che vivono nel suolo. Quando la pioggia cade, batte sul terreno e ne libera il geosmin, che viene trasportato nell’aria dal vento, raggiungendo le nostre narici e donandoci quel caratteristico profumo di terra bagnata associato alla pioggia.
L’ozono, invece, è un gas presente nell’atmosfera terrestre. La sua concentrazione aumenta durante i temporali, a causa della formazione di composti chimici prodotti dai fulmini. Tuttavia, l’odore pungente dell’ozono è distinto da quello più terroso e delicato del geosmin, che è il principale responsabile del profumo della pioggia.