Martedì 28 maggio migliaia di agricoltori da tutta la Sicilia si mobiliteranno per una manifestazione organizzata da Coldiretti che si concluderà con un presidio permanente a Palermo, davanti a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione Siciliana. Parte così l’ennesimo grido d’aiuto dell’agricoltura dell’Isola che combatte da settimane con animali che muoiono di fame e di sete, campi bruciati dalla siccità, con oltre il 70 per cento di grano e fieno andato perso, e con ortaggi e frutta secchi.
“La situazione ad oggi in Sicilia è tragica. In sei mesi – sottolinea Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – sono stati costituiti tavoli permanenti, commissioni e sono stati stanziati aiuti, con il risultato che nessuno ha ancora avuto nulla. L’unica azione di supporto concreta – prosegue Ferreri – l’abbiamo fatta noi portando alle aziende un milione e mezzo di chili di fieno per sfamare gli animali. Stiamo correndo il serio rischio di perdere un patrimonio agricolo italiano unico che è anche la sola forma di reddito nella maggior parte della Sicilia”.
Da tutta la Regione i pullman arriveranno alle 7.30 in Piazza Marina. Da lì partirà il corteo fino alla sede della presidenza del Governo a Piazza indipendenza, dove inizierà un presidio fisso che si concluderà solo quando l’esecutivo darà risposte immediate e certe. Tra pannelli solari installati senza alcuna strategia e la mancanza di pioggia, la Sicilia sta diventando una sconfinata landa desolata. Decenni di indifferenza verso le esigenze reali del settore stanno portando a speculazioni su speculazioni. “In questi giorni – aggiunge Ferreri – arrivano bollette “a 4 zeri” per il pagamento dell’acqua non fornita che hanno dell’inverosimile. Cifre astronomiche per mantenere delle strutture commissariate da oltre 30 anni. Quando piove l’acqua delle dighe non collaudate viene buttata in mare con uno spreco incredibile perché non si vogliono trovare soluzioni tecniche adeguate. E mentre il Governo nazionale ha stanziato 15 milioni a sostegno del settore – conclude – quello regionale è addirittura assente quando nell’assemblea si discutono le azioni per i vari comparti. Di fronte a tutto questo – conclude Ferreri – si chiede una svolta definitiva della politica regionale, l’agricoltura deve essere centrale delle scelte economiche e strategiche”.