Si è svolta oggi la seconda giornata dello ‘Space Meetings Veneto‘, l’evento internazionale che riunisce a Venezia, dal 20 al 22 maggio 2024, i principali operatori globali dell’economia dello spazio e dei settori tecnologici emergenti per discutere degli ultimi sviluppi nel mondo delle applicazioni satellitari, di tecnologie innovative, di supply chain e di investimenti.
Uno dei filoni principali della giornata – riporta una nota – ha riguardato spazio e sport. Lo spazio, sottolineano, può rappresentare un’opportunità di business per la filiera. Quest’anno, inoltre, il Veneto è stata nominata Regione europea dello sport. Durante lo Space Meetings Veneto si sono tenuti incontri dedicati ad approfondirne gli sviluppi legati allo spazio, alla manifattura, all’alimentazione e al fashion.
Per conto della Regione Veneto erano presenti ai panel tematici l’assessore allo Sport, Cristiano Corazzari, e l’Assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, che ha parlato dell’importanza della prevenzione e del prendersi cura di sé. Molti i temi trattati: dai nuovi materiali ad alta prestazione ispirati ai tessuti degli astronauti, a come il mondo del fashion e del design possano migliorare la qualità e il comfort dell’abbigliamento per lo spazio; dal cibo nello spazio all’importanza della salute psicofisica, con gli approfondimenti sui regimi nutraceutici per gli astronauti.
Il legame dello spazio con la moda
Oggi, spiega la nota, il mondo dell’aerospazio è sempre più legato al comparto moda. Una connessione che emerge ad esempio nel design e nella produzione delle tute spaziali, ambito in cui estetica e funzionalità si fondono in maniera imprescindibile. Questi indumenti, oltre a rappresentare l’identità visiva delle missioni spaziali e delle agenzie che le conducono, devono soddisfare rigorosi criteri di sicurezza e funzionalità, essendo progettate per proteggere gli astronauti dalle condizioni estreme dello spazio, come temperature estreme, radiazioni, e micrometeoriti.
Secondo Alberto Zanatta, Presidente di Tecnica Group, “quello aerospaziale è sicuramente un settore che ci interessa molto, dove vedo grandi potenzialità, sia in termini di contaminazione positiva, che di collaborazioni. Oggi sono molti i possibili punti di contatto tra i nostri mondi. Penso soprattutto alle tecnologie legate alla telemetria – con i sensori che oggi ricoprono un ruolo fondamentale nello sci, ad esempio – e ai materiali: titanio, alluminio, magnesio, carbonio possono trovare applicazioni innovative tanto nel mondo invernale e della calzatura, quanto in quello space, con i dipartimenti R&D delle aziende a fare sintesi in base alle diverse necessità. Il nostro Gruppo, poi, ha un legame anche emozionale con lo spazio: i Moon Boot nascono nel 1969, ispirati dalle immagini dell’allunaggio, e mi piace pensare che proprio nello spazio, un giorno, potranno andare”.
Lo spazio e l’alimentazione
In assenza di gravità, nello spazio, il corpo umano compie un enorme sforzo di adattamento che interessa ogni sua parte. La maggioranza dei cambiamenti non comportano effetti negativi finché si rimane in orbita, ma ve ne possono essere di notevoli una volta tornati. Ad esempio, i muscoli si indeboliscono nello spazio. Per evitare danni dovuti alla drastica diminuzione della densità ossea e del tono muscolare, gli astronauti fanno circa 2 ore e mezza di attività fisica ogni giorno. Ne deriva quindi un importante consumo calorico e una dieta studiata nei minimi particolari, con una forte componente di frutta e verdura (50%), proteine (25%) e carboidrati (25%); ed un apporto calorico di circa 3.000 kcal per gli uomini e 2.000 per le donne.
Nella Stazione Spaziale Internazionale, gli alimenti sono reidratabili (cioè, disidratati in precedenza, per cui occorre aggiungere acqua per poterli consumare), termostabilizzati (riscaldati ad elevate temperature e confezionati in scatola o sacchetti) o in forma naturale (confezionati sotto vuoto). I menu degli astronauti vengono quindi studiati nei minimi particolari, conducendo molti test, in particolare su gusto e consistenza.
Walter Bertin, fondatore e Ceo di Labomar, ha commentato: “se la nutraceutica ha come obiettivo il benessere della persona, e fornisce quel supplemento di energia che il corpo richiede quando si trova ad affrontare situazioni che esulano dalla vita di tutti i giorni, nello spazio le problematiche tipiche di un corpo sulla Terra risultano enormemente accentuate e la nutraceutica può essere un valido alleato in una missione spaziale. E gli ambiti in cui gli integratori possono essere di supporto sono molti. Quindi, da un lato siamo in possesso di conoscenze e tecnologie che possiamo direttamente applicare alla nutraceutica nell’ambito aerospaziale. Dall’altro, questo settore rappresenta un fortissimo acceleratore di innovazione, e quanto scoperto attraverso lo studio può diventare patrimonio scientifico anche sulla Terra. Per queste ragioni non vediamo l’ora di metterci in gioco, contribuendo alla ricerca in un settore sempre più strategico per l’esplorazione scientifica, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico“.
Space Meetings Veneto
Space Meetings Veneto è reso possibile grazie all’impegno della Regione Veneto e della Rete Innovativa Regionale AIR – Aerospace Innovation and Research, che hanno mappato e messo in connessione tutte le eccellenze del territorio per costruire un vero e proprio ecosistema che vede collaborare enti pubblici, università, centri di ricerca e aziende, e che ha reso il Veneto una delle principali regioni in Italia nella filiera dell’Aerospazio, che muove circa 2 miliardi di euro di fatturato e occupa più di 5.000 addetti in 65 aziende. L’evento è co-organizzato da abe – advanced business events – società internazionale specializzata in Business Convention per i settori dell’aerospazio e difesa.