Settant’anni fa, il 7 giugno 1954, moriva Alan Turing, matematico britannico la cui genialità ha gettato le basi dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. Turing è stato un pioniere in questi campi, ma la sua vita è stata segnata da una tragica parabola di riconoscimento tardivo e ingiusta persecuzione.
La storia
Alan Mathison Turing nacque a Londra il 23 giugno 1912. Fin da giovane, dimostrò un’intelligenza straordinaria e un profondo interesse per le scienze. Dopo un’infanzia caratterizzata da difficoltà nelle materie umanistiche, si iscrisse al King’s College dell’Università di Cambridge, dove eccelse in fisica e matematica. Qui, vinse il prestigioso premio Smith, riservato ai migliori studenti dell’ateneo. Successivamente, Turing si trasferì a Princeton per conseguire il dottorato, periodo durante il quale descrisse la “Macchina di Turing”, un concetto che avrebbe rivoluzionato il futuro dei computer.
Il contributo di Alan Touring durante la II Guerra Mondiale
Durante la II Guerra Mondiale, Turing fu reclutato dall’intelligence britannica e lavorò a Bletchley Park, il centro nevralgico della crittografia britannica. Qui, sviluppò tecniche avanzate per decifrare i codici nazisti generati dalla macchina Enigma, contribuendo in modo decisivo alla vittoria degli Alleati. Turing guidò il team che utilizzava il “Colossus”, uno dei primi computer, per intercettare e decrittare i messaggi tedeschi. Nonostante il suo ruolo cruciale, il lavoro di Turing rimase segreto per molti anni, privandolo del riconoscimento immediato che meritava.
Pioniere dell’Intelligenza Artificiale
Dopo la guerra, nel 1950, Turing pubblicò “Computing machinery and intelligence“, un articolo fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Egli propose l’ormai celebre “Turing Test” per determinare se una macchina potesse mostrare comportamenti intelligenti indistinguibili da quelli umani. La sua idea centrale, “Le macchine possono pensare?”, ha ispirato generazioni di scienziati e ingegneri, e rimane un concetto cardine nello studio dell’intelligenza artificiale. Il film “The Imitation Game” del 2014, diretto da Morten Tyldum, racconta la vita e il lavoro rivoluzionario di Turing.
Dalla gloria all’arresto
Nonostante i suoi straordinari contributi scientifici e il ruolo cruciale nella vittoria alleata, la società britannica dell’epoca trattò Turing con estrema crudeltà. Il 31 marzo 1952, fu arrestato per omosessualità, considerata allora un reato. Turing fu costretto a scegliere tra la prigione e la castrazione chimica, optando per quest’ultima. Le umiliazioni e le sofferenze che ne seguirono lo portarono a una profonda depressione. Il 7 giugno 1954, Alan Turing morì suicida, mordendo una mela avvelenata con il cianuro.
Le scuse del governo britannico
Decenni dopo la sua morte, il governo britannico ha riconosciuto l’ingiustizia subita da Turing. Nel 2009, il governo si è scusato ufficialmente per il trattamento riservato al matematico. Nel 2012, una petizione firmata da numerosi scienziati, tra cui Stephen Hawking, portò alla concessione della grazia postuma da parte della Regina Elisabetta il 24 dicembre 2013. Nel 2016, anche il servizio segreto britannico ha chiesto scusa per la persecuzione subita da Turing e altri omosessuali. Dal giugno 2021, il volto di Turing campeggia sulle nuove banconote da 50 sterline del Regno Unito, un tardivo ma significativo riconoscimento del suo immenso contributo all’umanità.
Oggi, Alan Turing è giustamente celebrato come uno dei padri dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, un genio il cui lavoro continua a influenzare profondamente il mondo contemporaneo.