Dazi su cereali russi e bielorussi, Confagricoltura Bologna: “provvedimento giusto che salvaguarda le produzioni italiane”

Dazi europei, "il nostro auspicio è che questo passo vada nella direzione di una maggiore autosufficienza europea"
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I dazi straordinari sui prodotti cerealicoli importati dalla Russia e dalla Bielorussia, decisi dal Consiglio dell’Unione Europea, sono una notizia importante per i cerealicoltori bolognesi e accoglie le richieste presentate da Confagricoltura e dalla filiera nei mesi scorsi: questa misura punta a salvaguardare il prodotto europeo, italiano e quindi anche bolognese”. È questo il commento di Marco Caliceti, Presidente pro-tempore di Confagricoltura Bologna, sulla decisione del Consiglio Europeo di adottare dazi sui prodotti cerealicoli di due tra i principali esportatori di cerali a livello globale.

Il regolamento prevede infatti un aumento delle tasse sui cereali, sui semi oleosi e sui prodotti derivati provenienti dalla Russia, che esporta il 25% di cereali a livello globale, e dalla Bielorussia fino a bloccare le importazioni di questi prodotti sul mercato europeo. Queste misure riguardano i prodotti originari o esportati direttamente o indirettamente dalla Federazione Russa o dalla Bielorussia verso l’Unione Europea, mentre non riguarderanno il transito attraverso l’UE da entrambi i Paesi verso altri Paesi terzi. Nello specifico le tariffe saranno di 95 euro (102.76 dollari) a tonnellata per i cereali e del 50% per i semi oleosi.

“Il regolamento entrerà in vigore il prossimo 1° luglio – spiega Caliceti – e le proiezioni mostrano come il provvedimento potrebbe garantire un recupero per le produzioni europee di 4,3 milioni di tonnellate per un controvalore di 1,3 miliardi di euro. La decisione dell’Unione Europea è quindi l’inizio di un percorso che possa tutelare maggiormente il lavoro dei nostri agricoltori e degli operatori della filiera italiana e bolognese, per evitare la destabilizzazione del mercato europeo e fermare la corsa al ribasso dei prezzi. Il nostro auspicio è che questo passo vada nella direzione di una maggiore autosufficienza europea – conclude Caliceti – promuovendo nuovi investimenti nella produzione cerealicola in modo da evitare di essere troppo dipendenti da altri per queste materie prime strategiche”.

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