L’Archeologia, come una sorta di detective del passato, spesso ci sorprende con scoperte che rivoluzionano la nostra comprensione delle antiche civiltà, aprendo nuovi orizzonti e interrogativi sulle complesse dinamiche sociali e politiche che caratterizzavano queste società. In questo contesto avvincente e ricco di sfide, una recente ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour ha gettato nuova luce sulle antiche élite celtiche, suggerendo la presenza di dinastie matrilineari nell’Europa pre-romana, una scoperta che non solo ridefinisce le nostre concezioni delle strutture di potere e successione, ma ci spinge a riconsiderare il ruolo delle donne e delle linee di discendenza femminile nelle antiche società celtiche e oltre.
L’età del ferro europea
L’età del ferro europea è un periodo cruciale nella storia dell’Europa antica, segnato da profonde trasformazioni culturali, sociali e politiche. In questo scenario complesso, due principali culture archeologiche, Hallstatt e La Tène, emergono come fulcri di una straordinaria fioritura culturale e di un intenso scambio di idee, merci e influenze. Le élite di queste culture, spesso associate a tumuli di sepoltura ricchi di tesori e oggetti cerimoniali, sono state a lungo oggetto di studio e dibattito tra gli studiosi, che cercano di comprendere le intricanti dinamiche di potere e successione che caratterizzavano queste società stratificate.
Lo studio
Lo studio condotto da Stephan Schiffels, Dirk Krausse e colleghi si è distinto per un approccio metodologico innovativo e interdisciplinare, che ha unito l’analisi dei dati genomici e isotopici con l’interpretazione dei reperti archeologici per tracciare le relazioni biologiche tra gli individui esaminati e ricostruire pattern di ereditarietà e parentela. Attraverso un rigoroso processo di analisi e confronto, i ricercatori hanno delineato una serie di connessioni e legami familiari che offrono un’affascinante finestra sulle dinamiche sociali e politiche delle antiche élite celtiche.
Le élite celtiche
I risultati dello studio hanno rivelato una serie di scoperte sorprendenti che hanno catturato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. In particolare, l’identificazione di diversi gruppi biologicamente correlati all’interno delle élite celtiche, con particolare attenzione a tre sepolture d’élite distanti tra loro fino a 100 chilometri, ha suggerito la presenza di legami familiari diretti e una possibile struttura di potere basata sulla discendenza matrilineare. Di particolare interesse è stata la scoperta di una coppia di individui provenienti da siti sepoltura diversi, separati da circa 100 chilometri, che sembrano essere legati da una relazione ancestrale matrilineare, un’indicazione intrigante della presenza di dinastie matrilineari tra le élite celtiche dell’età del ferro.
Le implicazioni di questa scoperta sono immense e pongono importanti interrogativi sulla nostra comprensione delle società celtiche dell’età del ferro e delle dinamiche di potere e successione che le caratterizzavano. La presenza di dinastie matrilineari suggerisce che il potere e la ricchezza potrebbero essere stati ereditati attraverso le linee femminili, contrariamente alle precedenti ipotesi che suggerivano una dominanza maschile nel sistema di successione. Inoltre, l’ampia distribuzione geografica delle famiglie d’élite indica una rete di connessioni che si estende dall’Iberia alla Germania sud-occidentale, suggerendo una coesione e una centralità delle élite celtiche su un vasto territorio, un elemento che apre nuove prospettive per lo studio delle antiche civiltà europee e delle loro interazioni.