Droga, relazione 2024: tra i giovani cresce l’uso di sostanze psicoattive e il consumo di cocaina

Presentata la Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia
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Secondo quanto emerge dalla Relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, presentata oggi, si conferma il trend in crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani ad eccezione della cannabis che ha visto una flessione nella prevalenza dei consumi rispetto al 2022. Si segnala anche l’aumento del “consumo di cocaina tra i giovani“.

La diffusione delle droghe “è un problema di salute pubblica” e il “punto focale è investire in prevenzione ed è quello che fa il Governo affidandosi al rigore scientifico dei dati che ci fanno capire il fenomeno. La relazione offre una fotografia completa e il ministero della Salute ha analizzato gli accessi in ospedale e ai Sert“: è quanto ha affermato il Ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo oggi alla conferenza stampa a Palazzo Chigi della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024.

Emerge una “diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età di primo approccio e poi l’uso abituale e l’incremento del principio attivo“, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. C’è una “scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga“. “Bisogna lavorare molto per far aumentare la consapevolezza,” ha sottolineato. “Secondo i dati del 2023 quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni (il 39% della popolazione studentesca, 4 studenti su dieci) hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno“.

Nello stesso periodo, sono stati quasi 360mila gli studenti under 18 che hanno consumato almeno una sostanza illegale, pari al 23% dei minorenni scolarizzati. I minorenni denunciati per reati penali correlati alla droga sono in aumento del 10% rispetto al 2022 (sono stati 1.246, il 4,5% delle persone denunciate).

Inoltre aumenta il consumo di cocaina: quasi 54mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni riferiscono di aver fatto uso di cocaina nel 2023 e aumenta anche la percentuale di studenti che hanno utilizzato la sostanza prima dei 14 anni. Anche il consumo di nuove sostanze psicoattive è cresciuto in un anno, 160mila studenti tra i 15 e i 19 anni riferiscono di averne consumato almeno una nel corso degli ultimo 12 mesi.

Le smart drug più consumate dai ragazzi sono cannabinoidi sintetici (4,6%), ketamina (1,3%), oppioidi sintetici (1,3%), catinoni (0,8%) e Salvia Divinorum (0,5%). E quasi 380mila giovanissimi hanno anche avuto almeno un’intossicazione da alcol. Completano il quadro gli psicofarmaci senza prescrizione medica, che hanno raggiunto le prevalenze più alte mai registrate e sono stati utilizzati da 170mila minorenni nel corso dell’anno (11%), con una diffusione più che doppia tra le ragazze.

Conseguentemente sono aumentati anche gli accessi al Pronto soccorso per situazioni direttamente correlate alla droga: 8.596 nel 2023, il 5% in più, con un 10% di minorenni. Resta la percezione della pericolosità da parte delle stesse famiglie dei baby assuntori. Secondo uno studio recentemente condotto, due quinti dei genitori di studenti tra i 9 e i 14 anni – che frequentano 20 scuole di Roma – relativamente al consumo di sostanze cannabinoidi hanno un atteggiamento di tolleranza e la metà ritiene che consumo di alcol e cannabinoidi va contestualizzato prima di essere giudicato.

Chi possiede un elevato titolo di studio è mediamente più tollerante verso alcol e cannabinoidi mentre si rivela più intollerante verso l’uso di tabacco e sigarette elettroniche”, sottolinea Mantovano, per il quale “bisogna mettere da parte quei pregiudizi ideologici post-sessantottini secondo cui tutto si può fare. I risultati ci dicono che non è così”. 

La lunga serie di casi come quello dell’omicidio di Thomas a Pescara o gli incidenti stradali, “hanno tre elementi che convergono: la diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età del primo approccio e del conseguente uso abituale e l’incremento del principio attivo, cioè ciò che determina l’effetto drogante. Il tutto dipende da una causa di fondo: dalla scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga,” ha detto Mantovano.

Il Fentanyl è una droga che purtroppo sta entrando in Italia. L quantità di una dose è equivalente a 100 volte una dose di eroina, un grammo ti manda all’altro mondo. La cosa ancora più allarmante è che rischia di entrare nelle carceri, perché entra attraverso applicazioni in cerotti che vengono anche prescritti all’interno del carcere. Stiamo facendo una mirata attività di monitoraggio sul Fentanyl nelle carceri“: così il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, alla conferenza sulla relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, aggiungendo che, per quanto riguarda i controlli, “la strumentazione tradizionale rischia di essere obsoleta per questa nuova droga“. Nordio ha anche riferito che ultimamente si sta sviluppando “un’ulteriore droga ancora più potente che è il Carfentanil“.

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