Intelligenza Artificiale, esperto: “per i testi scientifici non è granché”

Modelli di intelligenza artificiale potrebbero fornire supporto alla scrittura di documenti di ricerca, ma il contributo spesso non è dei migliori
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Secondo un’analisi condotta da ricercatori, l’Intelligenza Artificiale (IA) quando assume il ruolo di scrittrice mostra preferenze stilistiche per reti intricate, analisi dettagliate e meccanismi essenziali. Questi elementi sono emersi come tendenze dominanti nella produzione scientifica recente, specialmente con l’introduzione dei sistemi LLM basati sull’IA nell’ambito della generazione testuale. Modelli come ChatGPT e altri possono potenzialmente fornire un valore aggiunto nel supporto alla scrittura di documenti di ricerca, sebbene l’accettazione di questo contributo sia ancora oggetto di scetticismo per alcuni ricercatori.

Non so se si riesce ad andare oltre il livello della seconda liceo, almeno per la mia esperienza personale,” ha dichiarato all’Adnkronos Salute Silvestro Micera, professore di Bioingegneria della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. “Magari per ripulire l’inglese” di uno scienziato non madrelingua “forse sì, può avere un senso, ma per scrivere davvero un testo scientifico per una rivista come ‘Nature’ la mia impressione è che, a parte gli aspetti etici e legali, il risultato concreto non sia granché“.

Un mio amico entusiasta del mezzo mi ha detto: prova a usarlo. E io qualche tentativo l’ho anche fatto. Se devi rispondere a una e-mail, o fare altre attività proprio di base, forse può anche andare bene, ma ho provato un paio di volte a scrivere l’introduzione di un articolo e il risultato non è stato per niente buono,” ha proseguito Micera, che ha definito la sua produzione aiutata dall’AI “una schifezza“. “Il livello del testo è tale che alla fine lo devo riscrivere“, “e poi, se un testo lo riscrivo utilizzando come base quello” prodotto con l’AI “non sono mai soddisfatto. Allora a quel punto devo riscriverlo partendo da zero“.

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