Nuove scoperte da Pompei: dalla villa di Civita Giuliana spunta il tempietto di Ercole. I locali del sacello sono emersi nel corso degli scavi dei locali servili della immensa domus di epoca romana, sottratta agli scavi clandestini dei tombaroli nel 2017 grazie alla sinergia tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura di Torre Annunziata. Nel corso degli scavi, gli archeologi hanno recuperato i locali e gli attrezzi dei carpentieri e il tempietto di Ercole, questo purtroppo oggetto di saccheggi e devastazioni da parte dei tombaroli.
“Lo scavo del sacello – afferma Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico – da un lato è sconcertante, perché ci fa vedere la spregiudicatezza degli scavatori clandestini, che hanno spogliato le pareti e gli interni della stanza. Dall’altro ci fa vedere questo luogo di culto annesso al quartiere produttivo della villa, che stiamo recuperando. Lo Stato c’è, insieme a Procura e Carabinieri, il Ministero della Cultura sta recuperando un complesso di grandissima importanza”.
Negli stessi luoghi, nel corso degli ultimi anni sono stati ritrovati i cavalli bardati, il carro cerimoniale esposto all’Antiquarium di Boscoreale, la stanza degli scavi e vari reperti.
I dettagli della scoperta
A partire dal 2017, grazie a un protocollo d’intesa siglato con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, sono state avviate campagne di scavo che hanno permesso di arrestare il saccheggio sistematico che per anni ha interessato la villa e che hanno restituito rinvenimenti eccezionali. Le indagini del 2023-24 si sono concentrate lungo il tratto dell’attuale via di Civita Giuliana investigando per la prima volta un’area interposta tra i due settori già noti, quello residenziale a nord e il quartiere servile a sud, al fine di verificare l’attendibilità delle informazioni recuperate dalle indagini giudiziarie condotte dalla Procura di Torre Annunziata. Fra le importanti scoperte che hanno interessato la villa, di cui l’ultima la stanza dei carpentieri, è emerso anche un sacello, un ambiente dedicato al culto religioso, collocato in un punto di cerniera tra il settore di servizio (con stalle e la stanza degli schiavi) a sud e il complesso residenziale a nord della villa.
La rimozione della strada, avviata nell’agosto 2023, ha portato in luce – immediatamente al di sotto degli strati preparatori della via moderna, tra i 40 e i 50cm di profondità dall’attuale quota stradale – pavimentazioni appartenenti al piano superiore del quartiere servile nonché il sacello con volta ad incannucciata dalla planimetria rettangolare, di cui sono noti alcuni esempi annessi alle ville del suburbio pompeiano, seppur non con la stessa monumentalità. Il sacello sembrerebbe corrispondere a quanto rilevato dagli inquirenti nel corso di investigazioni, nelle quali emergono riferimenti ad un ‘tempietto’ intitolato ad Ercole, e ad affreschi raffiguranti le 12 fatiche di Ercole, di cui tuttavia non ci sono tracce al momento.
L’ambiente è coperto con un tetto spiovente a falda unica, mentre la fronte esterna, completamente intonacata e dipinta di bianco, presenta un grande portale (2.65 x 2.75 m) ed è sormontata da una sorta di ‘timpano a rilievo’. Davanti alla enorme porta è presente una rampa con tracce di ruote, indizio del possibile uso nel corso dei rituali di un carro cerimoniale. Internamente l’ambiente è caratterizzato da una decorazione pittorica parietale in IV stile: il ciclo decorativo, prevedeva una sequenza su sfondo rosso di dodici pannelli a drappo giallo, mentre al centro della parete di fondo due pannelli che inquadravano un podio in muratura, verosimilmente di supporto per una statua. Poco distante, corre lungo le pareti una banchina continua, in muratura rivestita di intonaco dipinto, di cui è evidente l’usura determinata dall’uso nel tempo, da parte dei partecipanti ai rituali.
I prossimi passi
“I prossimi passi saranno: continuazione degli scavi, proseguo degli espropri, abbattimento di edifici espropriati per il recupero del patrimonio archeologico e progettazione di una fruizione pubblica della villa – ha aggiunto Zuchtriegel – Sarà un gioiello della Grande Pompei, che ci aiuterà a valorizzare meglio tutto il territorio della città antica. Ringrazio il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per il sostegno e per i fondi nella Legge di Bilancio per nuovi scavi a Pompei e in altri parchi nazionali, che ci permettono di continuare le indagini a Civita Giuliana”.
Fondamentale per il prosieguo delle attività sul territorio sarà la progettazione un sistema ampio di accessibilità e fruizione che metta in connessione questo sito nella rete della Grande Pompei. Su quest’ultimo punto è in corso una collaborazione con l’Università ‘Federico II’ e con il ReParch, Master Universitario di II livello in Restauro e Progetto per l’Archeologia.
Gli ambienti indagati finora
Gli ambienti indagati finora sono quelli dell’ampio quartiere produttivo e servile: fra cui una stalla con i resti di equidi bardati, in cui è stato possibile realizzare il primo calco intero di cavallo; un carro cerimoniale a quattro ruote, in legno e con elementi in ferro, con raffinate decorazioni in bronzo e argento, interpretato come pilentum, cioè un veicolo usato nel mondo romano dalle élites per cerimonie e in particolare per accompagnare la sposa nella nuova casa, esemplare unico nel suo genere al momento in Italia; la cosiddetta stanza degli schiavi, un ambiente servile che, grazie allo stato di conservazione eccezionale e alla possibilità di realizzare calchi in gesso di letti e altri oggetti in materiali deperibili che hanno lasciato la loro impronta nella cinerite, offre uno spaccato rarissimo della realtà quotidiana degli schiavi che vivevano e lavoravano nella villa.
E ancora tra le scoperte: una seconda stanza degli schiavi, di cui è stato possibile eseguire il calco di buona parte degli arredi che restituisce, come in una foto in bianco e nero, una precisa immagine della sala. Ci consente, ad esempio, di ipotizzare una gerarchia all’interno della servitù: mentre uno dei due letti trovati è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli della prima stanza citata sopra, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come ‘letto a spalliera’. Nell’ambiente ci sono inoltre due piccoli armadi, conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro.
E poi reperti mobili di vario genere e tipologia, fra cui stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, anfore, elementi decorativi del carro, bardature equine. Infine un’ulteriore stanza con gli attrezzi di un carpentiere. L’ambiente contiene un letto, ma anche attrezzi di lavoro e quello che sembra un telaio, forse di un altro letto, smontato: si riconoscono, inoltre, ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama, che sembra non tanto diversa dalle seghe tradizionali usate fino a poco tempo fa. Individuato persino un pezzo della corda, sempre come impronta nel sottosuolo, che la teneva sotto tensione.
Mentre dall’altro lato della strada è stato indagato il settore residenziale con affaccio panoramico sul golfo dove sono emersi: ambienti eleganti, articolati intorno a un peristilio delimitato su due lati da un portico e caratterizzato sul terzo lato da un criptoportico; i due scheletri di fuggiaschi, nei pressi del criptoportico, di cui è stato possibile eseguire il calco.
Il Ministro Sangiuliano in visita al sito di Civita Giuliana
“Abbiamo finanziato in legge di bilancio gli scavi e il direttore Zuchtriegel mi dice che dagli anni ’50 come non mai sono attivi tanti scavi e tante attività per il rinvenimento di nuovi reperti”. Lo ha detto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che nel pomeriggio di oggi si è recato a Pompei per visitare il sito di Civita Giuliana, esterno all’area archeologica, oggetto di nuove scoperte grazie agli scavi coordinati tra il parco archeologico e la procura di Torre Annunziata. “Si tratta di reperti davvero originali – ha detto Sangiuliano – rispetto a ciò che si possiede già in quest’area. Ma a me interessa tantissimo il dato storico, ricostruire la vita dell’epoca”.
“Sempre nuove sorprese – ha aggiunto il Ministro – ma tutta l’area è uno scrigno di tesori che ci rivela nuove storie e nuove identità. È qualcosa di meraviglioso che può costituire anche una occasione di sviluppo socio economico per tutto questo territorio. Bisogna puntare sulla cultura, sul valore della cultura e sul valore delle esperienze che questo territorio può dare”. “In questa direzione – ha concluso Gennaro Sangiuliano – c’è anche il tema dello spolettificio di Torre Annunziata che è stato ceduto dal Ministero della Difesa, luogo in cui cercheremo di creare una grande area museale”.
Prima di lasciare il sito di Civita Giuliana, Sanguliano si è complimentato con il brigadiere Salvatore Sorrentino, effettivo al Gruppo carabinieri di Torre Annunziata ma applicato alla Polizia giudiziaria della procura oplontina per le indagini sui tombaroli collegate proprio al sito archeologico in via di recupero.
Fragliasso: “possibili altre scoperte a Civita Giuliana”
“Sulla base delle indagini, è possibile che a Civita Giuliana possano esserci altri reperti straordinari ed altre scoperte”. A dirlo è il procuratore Nunzio Fragliasso, capo della Procura di Torre Annunziata (Napoli), che ha preso parte alla visita presso il sito suburbano di Civita Giuliana a Pompei con il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il Direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel.
“Civita Giuliana – ha detto Fragliasso – è un esempio unico e virtuoso di collaborazione sinergica tra le istituzioni dello Stato. Il Parco Archeologico di Pompei e la Procura di Torre Annunziata, insieme, stanno tuttora cooperando per far riemergere dall’oblio del passato un sito archeologico di straordinaria importanza, che da anni era oggetto di trafugamento clandestino di reperti archeologici anche importanti, collaborazione che ha consentito di frenare la spoliazione di questo sito, di individuare e assicurare alla giustizia gli autori dei trafugamenti che sono stati condannati in primo grado a pene significative, e di riprendere gli scavi archeologici, quelli scientifici e ufficiali, che hanno consentito di arrivare a scoperte eccezionali, come il carro cerimoniale, la stanza degli schiavi e, di recente, altre stanze di straordinaria importanza”.
Il procuratore Fragliasso, però, ha annunciato che “le attività di scavo scientifico, unitamente alle indagini giudiziarie, continuano, perché abbiamo fondati motivi di ritenere, sulla base di acquisizioni info-investigative, possano essere scoperti altri importanti reperti archeologici che non sono stati trafugati dai tombaroli”.