Claudio Cassardo, Professore di meteorologia, climatologia e fisica atmosferica, fa il punto della situazione sulle temperature e sulle piogge registrate fino a questo momento del 2024 a Torino. Dall’analisi dell’esperto emerge che le temperature di luglio 2024 in città sono ben lontane dai record recenti. Per quanto riguarda le precipitazioni, fino a luglio 2024 è caduto un quantitativo pari alla pioggia media annua di Torino.
Nel grafico (in fondo all’articolo) postato su Facebook, “c’è il confronto tra le temperature misurate sul tetto dell’istituto di fisica in questo mese di luglio 2024 (il valore odierno si riferisce alle ore 17 ed è probabilmente sottostimato di 2 °C circa), nel luglio 2003 (che fu il mese meno anomalo del trimestre giugno-agosto della famigerata estate che superò di cinque deviazioni standard la media trentennale di allora), nel luglio 2015 (che ad oggi è stato il mese di luglio più caldo per la nostra stazione e, salvo valori prossimi al punto di ebollizione dell’acqua nei rimanenti quattro giorni di questo luglio, lo rimarrà), e nel luglio 2022, che contribuì a rendere l’estate 2022 in Piemonte quella più secca e calda contemporaneamente (cioè esaminando insieme le due variabili)”, spiega Cassardo.
“Come si può vedere, quest’anno a Torino città finora siamo stati decisamente più fortunati di altre zone d’Italia perché le due ondate di caldo registrate sono state relativamente brevi e moderate, e la terza è appena iniziata e si farà sentire probabilmente nei primi giorni della prossima settimana, giusto per chiudere il mese con un tocco di caldo afoso. Nel 2003 ci furono tre rinfrescate, una per decade, durate 3-4 giorni l’una, che portarono le medie sotto i 25 °C e qualche debole precipitazione. Nel 2015 rilevammo un’ondata di calore a inizio mese, della durata di una settimana, e una seconda durata praticamente due settimane, e in entrambi i casi le medie oltrepassarono i 30 °C. Nel 2022, tranne una rinfrescata a fine mese, le temperature rimasero insistentemente sopra i 26 °C per quasi tutto il mese, sforando in tre giorni la soglia dei 30 °C. Quest’anno, invece, il primo periodo è rimasto “fresco” e solo dal primo terzo del secondo le temperature sono salite a valori più alti, seppur lontani da quelli del 2015 e anche del 2022, e mai neppure vicini ai 30 °C. Salvo pochi giorni, i valori di luglio 2024 sono i meno caldi tra i quattro anni”, continua l’esperto.
“Ciò detto, proviamo a vedere, un secolo fa, più o meno nella stessa zona (con sviluppo urbanistico da allora pressoché nullo, a giudicare dalle mappe di allora), quali erano i valori a Torino. I dati possiamo reperirli sul libro “Il clima di Torino”, autori Gennaro di Napoli e Luca Mercalli, edizione SMS (Società Meteorologica Italiana – NIMBUS), e ci dicono che, nel trentennio 1901-1930, caratterizzato da un incremento delle temperature medie globali, la temperatura media era di 22,7 ± 1,3 °C e la massima di 27,8 ± 1,4 °C. Tradotto: le temperature medie di oggi si collocano nell’intervallo di variazione delle massime di un secolo fa, e anzi tendono a superarlo”, spiega Cassardo.
Le piogge
“Il riscontro pluviometrico è anche importante”, continua l’esperto. “A fine luglio, quest’anno siamo arrivati a 828 mm accumulati da inizio anno, quindi praticamente un quantitativo pari alla pioggia media annua di Torino. Nei precedenti quattro anni, dal 2020 al 2023, a fine luglio ne erano caduti rispettivamente 451 nel 2020, 413 nel 2021, 124 nel 2022 e 470 nel 2023. Nel 2015 eravamo invece a 486 mm, mentre nel 2003 a 166 mm, valore lievemente superiore a quello del 2022”.
“Le precipitazioni cadute si possono riflettere – a parità di condizioni meteorologiche – sul rateo di evapotraspirazione da suolo e vegetazione, che a sua volta può influenzare l’attività cumuliforme, che di solito – in pianura – è maggiore proprio sull’area urbana torinese (oltre ai polmoni verdi urbani, contribuiscono anche le colline circostanti grazie all’attività di brezza città-campagna). L’evapotraspirazione è nota per dare origine a un feedback positivo che porta a un incremento delle temperature superficiali (nel 2003 un nostro studio stimò che, degli oltre 4 °C in più registrati in città durante quella estate, 2 °C erano dovuti proprio a questo effetto). In questo senso, le abbondanti piogge cadute in questa annata, oltre che a risolvere la grave crisi idrica presente tra l’autunno 2021 e la primavera 2023, potrebbero anche contribuire ad alleviare gli effetti di eventuali ondate di calore che dovessero manifestarsi nel prossimo mese, almeno a livello di massimi termici, anche se potrebbero rendere il caldo più afoso”, conclude Claudio Cassardo.