Nel panorama attuale della scrittura, un preoccupante fenomeno sta emergendo: la perdita della competenza nella scrittura a mano tra i giovani. Questo allerta non proviene solo da linguisti, neurologi e psicologi, ma ora anche dai grafologi, professionisti da tempo dedicati all’analisi della scrittura. Guglielmo Incerti Caselli, presidente dell’Associazione Grafologica Italiana (Agi), ha lanciato un appello accorato sul tema, sottolineando che “i ragazzi devono riprendere a scrivere a mano o avranno gravi carenze cognitive”. L’avvertimento, quindi, non è solo una questione di stile o di preferenze personali, ma riguarda la salute mentale e cognitiva delle future generazioni.
L’effetto della tecnologia sulla scrittura manuale
Secondo Incerti Caselli, la scrittura manuale non è semplicemente un mezzo di comunicazione, ma una forma di espressione personale che rivela molto della nostra individualità. “La tastiera del computer è asettica, con l’inchiostro invece si esprimono i propri stati d’animo”, spiega il presidente dell’Agi. La grafologia, infatti, è considerata una sorta di impronta digitale della nostra personalità. Tuttavia, la crescente digitalizzazione e l’uso prevalente di strumenti tecnologici stanno mettendo a rischio questa pratica tradizionale. Con l’arrivo di strumenti come Calligrapher.AI, un software che trasforma il testo digitato in una scrittura corsiva elegante, la domanda di competenze grafologiche tradizionali è in declino.
L’adattamento della professione grafologica
In risposta a questi cambiamenti, i grafologi si stanno adattando e ampliando i loro ambiti di intervento. Oltre ai tradizionali compiti di perizia sulla validità delle firme e documenti, molti grafologi ora si dedicano a consulenze matrimoniali e professionali. Oltre alla grafologia familiare e delle relazioni, che aiuta a migliorare le dinamiche di coppia analizzando le scritture dei partner, e alla grafologia dell’orientamento e del lavoro, i grafologi si confrontano con la necessità di educare i più giovani al gesto grafico fondamentale.
L’abbandono della scrittura manuale
Le statistiche confermano l’allerta lanciata dai grafologi. Un’indagine del Ministero dell’Istruzione ha mostrato un incremento preoccupante dei disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). Dal 2013-14 al 2020-21, i casi di dislessia sono quasi raddoppiati, passando da 93.226 a 198.128, mentre la disgrafia è salita da 30.093 a 99.679. Altri disturbi, come la disortografia e la discalculia, hanno seguito tendenze simili. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente accentuato la situazione, con un incremento dell’uso del computer a casa e un conseguente decremento della scrittura manuale.
Un’altra ricerca condotta dall’Università Sapienza e dal Policlinico Umberto I di Roma ha rivelato che circa il 21,6% dei bambini è a rischio di sviluppare problemi di scrittura, mentre il 10% mostra già segni di disgrafia. Questi dati sollevano serie preoccupazioni sulla capacità dei giovani di acquisire competenze di scrittura adeguate, essenziali non solo per la comunicazione, ma anche per lo sviluppo cognitivo.
La risposta dei grafologi
Nonostante le sfide, i grafologi non si arrendono. C’è un desiderio crescente di rivitalizzare l’uso della penna stilografica e le lezioni di calligrafia, pratiche che un tempo erano parte integrante del curriculum scolastico. Tuttavia, il riconoscimento ufficiale della professione resta un tema aperto. Sebbene non vi sia una spinta concreta verso la creazione di un Ordine professionale o di un albo, ci sono tentativi di riunire le varie associazioni del settore. Il presidente Incerti Caselli sottolinea che, “sono pochi” i grafologi e che ci sarebbe bisogno di creare una Cassa previdenziale e di istituire un corso di laurea, che è stato abolito nei primi anni Duemila per mancanza di iscritti.
Il 2023 ha visto la presentazione alla Camera dei Deputati di una proposta per l’istituzione della Settimana Nazionale della Scrittura a Mano, e l’Agi ha organizzato il Festival Manu Scribere, che celebra l’arte della scrittura manuale. Prossimi eventi includono appuntamenti a Luino e Bologna, mirati a sensibilizzare il pubblico e promuovere la riscoperta della scrittura a mano come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.