Meteo, la nipote del colonnello Bernacca: “se sbagliava, chiedeva scusa”

Il Colonnello ha influenzato la vita quotidiana delle famiglie italiane per decenni
MeteoWeb

Fulvia Bernacca, nipote del meteorologo televisivo Edmondo Bernacca, ha affidato al Corriere della Sera il ricordo di suo nonno, che ha affascinato gli spettatori per 40 anni spiegando il meteo con una bacchetta e un barometro. Conosciuto come il Colonnello, la sua autorevole figura ha influenzato la vita quotidiana delle famiglie italiane. “Era convinto che la meteorologia dovesse diventare una scienza al servizio di tutti. A 21 anni era già specializzato in previsioni atmosferiche. Nel 1968 lasciò l’ufficio meteo dell’Aeronautica militare e entrò come collaboratore fisso in Rai dopo aver fatto qualche apparizione per commentare scherzi del tempo che facevano notizia,”  racconta Fulvia Bernacca.

Quando ascolto le previsioni del tempo, sorrido“, prosegue. “Parlano di bombe d’acqua, ribattezzano con nomignoli gli anticicloni, a volte lanciano termini senza significato. C’è molto sensazionalismo. Ho imparato dal nonno che oltre i tre giorni le previsioni hanno un’attendibilità estremamente ridotta e che è importante chiamare i fenomeni col proprio nome. Chissà che direbbe lui“.

Voleva informare la gente sui fenomeni che tanto condizionano le nostre attività. Era convinto che, conoscendone il meccanismo e la loro frequenza, l’uomo avrebbe potuto almeno limitarne i danni,” ricorda Fulvia nell’intervista a Il Corriere della Sera. “La gente lo cercava per sapere se il giorno dopo avrebbero potuto apparecchiare in giardino. Io gli chiesi, nonno vorrei festeggiare il compleanno all’aperto. Pioverà o ci sarà il sole?“. “Raccoglieva con ordine i ritagli dei giornali che riportavano notizie meteo. Ai margini appuntava i suoi commenti sull’esattezza delle previsioni. Era molto scrupoloso e onesto. Se gli capitava di sbagliare, chiedeva regolarmente scusa ai telespettatori. Era amico del suo collega Andrea Baroni, un altro storico signore del tempo (scomparso nel 2014)“.

Infine, Fulvia racconta cosa le ha insegnato il nonno: “A guardare il cielo con amore. Ad ascoltarlo. Così quando alzo gli occhi è come se vedessi lui, come ritrovarlo lassù“.

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