Nei mammiferi l’evoluzione ha portato all’allattamento esclusivamente da parte delle femmine, escludendo i maschi, per ridurre il rischio di diffusione di microbi pericolosi. Questa nuova ipotesi è stata formulata attraverso un modello matematico dai ricercatori dell’Università di York, ed è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications. “Il latte materno è una sostanza viva e svolge un ruolo chiave nel determinare il microbioma intestinale dei mammiferi, che è un ecosistema complesso di batteri, virus e funghi, insieme al loro materiale genetico,” ha spiegato il primo autore dello studio, Brennen Fagan. “Questo ecosistema svolge un ruolo cruciale per la salute, dando protezione contro le malattie, aiutando la digestione del cibo e in molti altri modi ancora che stiamo scoprendo solo ora. Mentre i microbi non sono intrinsecamente dannosi o utili, è la loro presenza e abbondanza che detta la salute generale di questa comunità interna. Un ‘attore sbagliato’ nella fase iniziale della vita di un animale potrebbe cambiare il microbioma in un momento cruciale“.
Per questo motivo, “quando entrambi i genitori sono coinvolti nell’alimentazione, la possibilità che un microbo venga trasmesso e prenda piede in una popolazione è sostanzialmente raddoppiata,” ha sottolineato l’autore George Constable. “Quindi la nostra teoria suggerisce che la selezione contro la trasmissione di microbi dannosi attraverso il latte materno potrebbe essere un’ulteriore pressione selettiva a sfavore dell’allattamento maschile“.
Se la matematica dimostra che c’è un vantaggio nell’essere allattati da un solo genitore anziché da entrambi, è la logica dell’evoluzione a spiegare perché sia stata preferita la figura materna rispetto a quella paterna. È essenziale considerare che già durante la gravidanza e il parto avviene una trasmissione inevitabile di microbi dalla madre al nascituro: con l’allattamento materno, il rischio di trasmissione rimane relativamente costante, mentre l’introduzione dell’allattamento paterno potrebbe aumentare ulteriormente tale rischio.
“Questa teoria – ha proseguito Constable – è in linea con una serie di strategie che i mammiferi hanno adottato nel tentativo evolutivo di limitare la diffusione di elementi potenzialmente dannosi. In particolare, negli esseri umani il Dna mitocondriale viene trasmesso esclusivamente dalla madre. Questo meccanismo funge da filtro naturale, perché mantiene l’integrità genetica sopprimendo la proliferazione di mutazioni dannose. Inoltre, la prevalenza di relazioni monogame in alcune specie è stata suggerita come una risposta adattativa volta a ridurre al minimo la trasmissione di infezioni a trasmissione sessuale“.