Allerta negli Stati Uniti: ventuno contagiati dalla “Febbre dei Bradipi”

Contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, la "febbre dei bradipi" non deriva dal contatto con i bradipi stessi
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Sono ventuno i cittadini statunitensi diagnosticati con il virus Oropouche, noto anche come “febbre dei bradipi“, al ritorno da un viaggio a Cuba. L’allerta è stata lanciata dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), che hanno identificato il virus in venti pazienti in Florida e in uno a New York. I sintomi principali includono febbre, dolori muscolari, mal di testa, stanchezza e rigidità. Tre pazienti sono stati ricoverati in ospedale, ma fortunatamente non ci sono stati decessi.

Il virus Oropouche

Il virus Oropouche, trasmesso dalle zanzare e da piccoli insetti succhiasangue, è endemico nelle regioni tropicali dei Caraibi e del Sud America. Negli ultimi mesi, il virus ha provocato un’epidemia senza precedenti in queste aree, con oltre 8.000 casi segnalati in America Centrale e Meridionale nel 2024. Questo ha portato a due morti, un aborto spontaneo e quattro neonati con difetti alla nascita. Anche l’Europa è stata colpita, con diciannove casi segnalati all’inizio del mese, generando preoccupazione da parte del Centro europeo per il controllo delle malattie.

Contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, la “febbre dei bradipi” non deriva dal contatto con i bradipi stessi. Il termine è dovuto alla supposizione che questi animali possano essere portatori del virus. Altri animali, come gli uccelli, potrebbero anch’essi essere veicoli del virus. Al momento, non esistono farmaci specifici né vaccini per prevenire l’Oropouche. La prevenzione si basa quindi su misure di protezione contro le punture di insetti.

I pazienti infettati hanno un’età variabile tra i 15 e i 94 anni, con una media di 48 anni. I sintomi più frequenti sono stati febbre (95%), dolori muscolari (86%), mal di testa (76%), affaticamento (62%) e rigidità articolare (57%). Altri disturbi riportati includono diarrea, dolore addominale, nausea, vomito, eruzione cutanea, mal di schiena e muco sanguinolento.

Anche se meno del 5% dei casi sviluppano sintomi gravi come emorragie severe, meningite, encefalite e difetti alla nascita, il CDC consiglia prudenza. L’agenzia suggerisce ai medici di segnalare i casi sospetti alle autorità sanitarie locali per facilitare i test e prevenire ulteriori diffusi. Inoltre, raccomanda di evitare farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, che possono aumentare il rischio di sanguinamento. Per prevenire l’infezione, è essenziale indossare abbigliamento protettivo, utilizzare repellenti per insetti e soggiornare in ambienti con zanzariere.

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