La Cina sta silenziosamente trasformando le regioni di confine con l’India e altri Paesi vicini attraverso la costruzione di nuovi villaggi civili, consolidando così le sue rivendicazioni territoriali. Questo fenomeno è stato recentemente analizzato in dettaglio dal New York Times, che ha mappato e studiato questi insediamenti per rivelare strategia cinese.
Uno degli esempi più eclatanti è il villaggio di Qionglin, costruito nell’Himalaya su un terreno che un tempo era desolato. A soli 3 miglia da una zona contesa, Qionglin è stato popolato grazie a incentivi economici offerti dal governo cinese a persone provenienti da altri insediamenti. Questo villaggio si trova vicino a un’area che è diventata un focolaio di tensioni, con ingenti schieramenti militari e scontri tra le forze cinesi e indiane che alimentano timori di un conflitto imminente.
Il presidente cinese Xi Jinping ha definito i residenti di queste aree come “guardiani del confine“. I villaggi come Qionglin servono infatti da avamposti nella strategia di affermazione territoriale della Cina, in particolare nella regione dell’Arunachal Pradesh, uno stato situato nell’estremo oriente dell’India e oggetto di dispute tra i 2 Paesi.
Secondo il rapporto del New York Times, Qionglin è solo uno dei numerosi villaggi che sono emersi recentemente lungo i confini himalayani. La mappatura condotta dal quotidiano ha rivelato che la Cina ha costruito almeno un villaggio in prossimità di ogni passo montano accessibile al confine con l’India, così come in molti dei passi che delimitano il Bhutan e il Nepal.
Questi insediamenti civili hanno una doppia funzione: da un lato forniscono infrastrutture essenziali, come strade, connettività internet ed elettricità, che potrebbero facilitare un rapido dispiegamento militare in caso di necessità. Dall’altro lato, i residenti fungono da occhi e orecchie in queste regioni remote, scoraggiando intrusioni e potenziali disertori.
In risposta a questa strategia, l’India ha lanciato il programma “Vibrant Villages Programme” (VVP), mirato a rivitalizzare centinaia di insediamenti lungo la frontiera. Lo scorso anno, il governo indiano ha approvato il VVP come un’iniziativa centrale per lo sviluppo di villaggi selezionati in 46 blocchi di 19 distretti situati lungo il confine settentrionale, negli stati di Arunachal Pradesh, Himachal Pradesh, Sikkim, Uttarakhand e nel territorio di Ladakh.
Nel mese scorso, il Ministro dell’Interno indiano Amit Shah ha esaminato l’implementazione del programma durante una riunione ad alto livello a New Delhi, sottolineando la necessità di creare opportunità di lavoro per i residenti locali e di migliorare la connettività per prevenire l’abbandono dei villaggi di confine. Shah ha inoltre enfatizzato che le Forze Armate e la Polizia di Frontiera dovrebbero promuovere l’acquisto di prodotti agricoli e artigianali locali attraverso cooperative, contribuendo così a sostenere l’economia delle comunità di confine.
Mentre la Cina continua la sua espansione silenziosa con la costruzione di villaggi lungo i confini contesi, l’India cerca di rafforzare la propria presenza e sostenere le comunità locali, in una dinamica che potrebbe definire il futuro delle relazioni tra le potenze asiatiche.