Estrazione di litio, in Serbia migliaia di persone chiedono lo stop al progetto di Rio Tinto

Il progetto Jadar, che ha un valore stimato di 2,4 miliardi di dollari, è destinato a diventare la più grande miniera di litio in Europa,
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Decine di migliaia di persone si sono riversate nelle strade di Belgrado ieri, per chiedere la sospensione immediata del progetto di estrazione di litio della multinazionale Rio Tinto nella Serbia occidentale. La preoccupazione principale dei manifestanti è l’impatto ambientale devastante che la miniera potrebbe avere sulle terre agricole e le risorse idriche della regione.

La folla, radunata nella centrale piazza Terazije, ha sventolato bandiere serbe e scandito slogan come “Non scaverete” e “Rio Tinto fuori dalla Serbia!”, esprimendo un chiaro rifiuto alla presenza della compagnia nel Paese.

Le autorità governative hanno minimizzato l’importanza delle proteste, definendole un tentativo politicamente motivato di destabilizzare il governo del presidente Aleksandar Vučić. Tuttavia, la crescente tensione sociale evidenzia il profondo dissenso popolare nei confronti del progetto.

Zlatko Kokanović, leader della protesta e agricoltore della regione di Jadar, dove è prevista la costruzione della miniera, ha esortato i manifestanti a bloccare le principali stazioni ferroviarie di Belgrado come forma di resistenza. “Non ci arrenderemo,” ha dichiarato Kokanović. “La miniera non può essere costruita su terreni agricoli“.

Il progetto Jadar, che ha un valore stimato di 2,4 miliardi di dollari, è destinato a diventare la più grande miniera di litio in Europa, coprendo il 90% del fabbisogno attuale di litio del continente. Se realizzato, potrebbe trasformare Rio Tinto in uno dei principali produttori mondiali di questo prezioso metallo, essenziale per la produzione di batterie per veicoli elettrici e dispositivi mobili.

Due anni fa, il governo serbo aveva sospeso il progetto a seguito delle forti pressioni da parte dei gruppi ambientalisti. Tuttavia, il mese scorso la licenza è stata ripristinata, scatenando una nuova ondata di proteste in tutto il Paese. I manifestanti avevano dato al governo un ultimatum per vietare l’esplorazione e lo sfruttamento del litio, ma la scadenza è passata senza alcuna azione concreta.

Il governo serbo sostiene che il progetto di estrazione del litio potrebbe dare una spinta significativa all’economia del Paese, ma gli ambientalisti avvertono che il prezzo da pagare in termini di distruzione ambientale sarebbe troppo alto.

Il 19 luglio scorso, Vučić, insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al commissario europeo per l’energia Maroš Šefčovič, ha firmato un accordo che garantisce ai produttori degli Stati membri dell’UE l’accesso alle materie prime estratte in Serbia, incluso il litio. Questo accordo è visto come un passo strategico per ridurre la dipendenza dell’UE dalle importazioni di materie prime da America e Asia.

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