Il lander lunare Peregrine, sviluppato da Astrobotic Technology, ha subito un tragico destino dopo il suo lancio l’8 gennaio 2024. Peregrine era destinato a diventare il primo veicolo spaziale commerciale a raggiungere la Luna nell’ambito del programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS) della NASA. Tuttavia, dopo aver vagato nello Spazio per oltre una settimana, ha finito per rientrare nell’atmosfera terrestre e disintegrarsi sopra l’Oceano Pacifico il 18 gennaio.
La causa del fallimento di Peregrine
L’indagine successiva ha rivelato che la causa principale del fallimento è stata un guasto alla valvola di controllo del gas elio, nota come PCV2. Questa valvola doveva regolare il flusso di elio tra i serbatoi di ossidante, ma ha perso la sua capacità di tenuta a causa di un allentamento delle componenti filettate interne. Questo problema ha portato a una perdita incontrollata di elio, che ha causato la rottura di un serbatoio di ossidante e ha compromesso il controllo dell’assetto della sonda.
Il team di Astrobotic aveva riconosciuto che la valvola PCV2 poteva rappresentare un rischio durante la costruzione di Peregrine. Tuttavia, a causa della sua posizione difficile da raggiungere e del fatto che non aveva fallito durante i test, si era deciso di non sostituirla. Purtroppo, questa decisione si è rivelata fatale.
Le lezioni apprese
Nonostante il fallimento, il team di Astrobotic ha appreso importanti lezioni. La missione ha dimostrato la robustezza di molti altri sistemi del lander, come le batterie, i pannelli solari e i sistemi di comunicazione. Queste esperienze saranno fondamentali per il prossimo progetto dell’azienda: il lander Griffin, che dovrebbe essere lanciato nel 2025.
Il programma CLPS della NASA, di cui Peregrine faceva parte, mira a sviluppare una nuova generazione di lander lunari commerciali a costi relativamente bassi. Sebbene Peregrine non abbia raggiunto la Luna, il suo contributo alle future missioni spaziali commerciali è innegabile.