Un recente studio della Lipscomb University ha rivelato un pericolo nascosto tra le pagine dei libri antichi: le vivaci tonalità dei volumi rilegati in stoffa dell’epoca vittoriana potrebbero rappresentare una minaccia per la salute di chi li maneggia. Questo allarme è stato lanciato durante la conferenza autunnale dell’American Chemical Society (ACS), dove circa 10.000 presentazioni scientifiche hanno evidenziato i rischi legati a sostanze chimiche tossiche utilizzate nei pigmenti delle copertine dei libri.
Veleno nelle pagine dei libri antichi
La ricerca condotta da un team di studiosi della Lipscomb University ha utilizzato tecniche innovative per analizzare i coloranti presenti nei libri antichi. Tra queste, la spettroscopia di diffrazione dei raggi X (XRD) è stata impiegata per la prima volta sui libri, dopo essere stata utilizzata in precedenza per dipinti e carta da parati. Lo scopo? Scoprire se i pigmenti che colorano le copertine di questi volumi contengano sostanze tossiche. “Questi vecchi libri con coloranti tossici possono trovarsi in università, biblioteche pubbliche e collezioni private,” ha dichiarato Abigail Hoermann, laureanda in chimica presso la Lipscomb University, aggiungendo che “gli utenti possono essere a rischio se i pigmenti delle copertine di stoffa vengono a contatto con le mani o si diffondono nell’aria e vengono inalati.”
L’allarme è stato lanciato dopo che le bibliotecarie della Lipscomb, Jan Cohu e Michaela Rutledge, si sono rivolte al dipartimento di chimica dell’università per esaminare alcuni volumi conservati nella biblioteca Beaman. La curiosità è nata dal fatto che il Winterthur Museum, Garden & Library aveva precedentemente scoperto la presenza di acetoarsenite di rame, un composto tossico a base di arsenico, nelle copertine dei propri libri vittoriani. Questa scoperta ha portato al lancio del Poison Book Project, un’iniziativa di ricerca volta a identificare i pigmenti pericolosi presenti nei libri di tutto il mondo.
Piombo e cromo
Nel corso dello studio, il team della Lipscomb ha rilevato la presenza di piombo e cromo in alcuni volumi, utilizzando una combinazione di fluorescenza a raggi X (XRF) e spettroscopia di emissione ottica al plasma accoppiato induttivamente (ICP-OES). Questi metalli pesanti, se inalati o assorbiti attraverso la pelle, possono causare gravi problemi di salute. In particolare, è stato scoperto che in alcuni campioni i livelli di piombo e cromo superavano di gran lunga i limiti accettabili per l’esposizione cronica, come stabilito dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). “Trovo affascinante sapere cosa le generazioni precedenti pensavano fosse sicuro, rivelando che, in realtà, potrebbe non essere stata una grande idea usare questi coloranti brillanti,” ha commentato Joseph Weinstein-Webb, assistente di chimica alla Lipscomb.
Di fronte a queste scoperte, la biblioteca della Lipscomb ha deciso di sigillare i volumi non ancora testati in sacchetti di plastica con chiusura a zip, mentre quelli già confermati come pericolosi sono stati rimossi dalla circolazione. I ricercatori sperano che questo studio possa sensibilizzare bibliotecari e collezionisti sulla necessità di maneggiare, conservare e archiviare in modo sicuro questi libri potenzialmente tossici. Inoltre, auspicano che altre istituzioni seguano il loro esempio, utilizzando tecniche non distruttive come la XRD per analizzare le proprie collezioni senza danneggiarle. “Lo studio vuole essere d’aiuto in modo che, in futuro, le biblioteche siano in grado di analizzare le loro collezioni senza distruggerle,” ha concluso Hoermann.
L’attenzione verso la sicurezza nella conservazione di libri antichi non è mai stata così alta, e le scoperte della Lipscomb University segnano un passo importante verso una maggiore consapevolezza dei rischi nascosti tra le pagine di preziosi volumi storici.