Disperso sul Gran Sasso: la telefonata che fa sperare e le riflessioni sul soccorso alpino in Italia

I familiari del giovane disperso hanno espresso gratitudine
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Un giovane ragazzo è attualmente disperso sul Gran Sasso, e i soccorritori sono in stato di allerta. Il Capo turno Provinciale dei Vigili del Fuoco, Carmine Ruggieri, ha contattato Paolo de Luca, Maestro di Sci e Accompagnatore di Media Montagna, dal camper dei Vigili del Fuoco parcheggiato al piazzale dei Prati di Tivo. Durante la telefonata, in viva voce, Carmine ha chiesto informazioni sulla possibilità di ricezione del segnale telefonico in vetta.

L’interlocutore ha risposto: “Dipende dal gestore. Io ho Wind, e in vetta al Gran Sasso ha un discreto segnale, ma per parlare bene devi conoscere il posto dove c’è maggiore ricezione. Quando parlo con Livia, Pierluigi e Mamma, mi metto a parlare in un punto che conosco bene, dove il segnale è migliore“. Ha spiegato che questo punto si trova in direzione del piazzale dei Prati di Tivo, dove il ripetitore è posizionato sul tetto dell’hotel Miramonti.

La ricerca del disperso

I familiari del giovane disperso hanno espresso gratitudine, informando che il ragazzo ha Wind come gestore telefonico, il che offre una piccola speranza per le comunicazioni.

In situazioni come questa, il contributo dei soccorritori è cruciale. Tuttavia, ogni volta che si verifica una tragedia in quota, un rappresentante del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S) dispensa consigli e raccomanda prudenza ai frequentatori della montagna. In questa occasione, il presidente del SASA ha affermato: “Sono anche i soccorritori a rischiare“.

Tuttavia, è importante ricordare che i soccorritori del C.N.S.A.S. sono considerati “volontari” e nessuno li obbliga a offrire la propria disponibilità. Paolo De Luca, sottolinea che è giunto il momento di rivedere l’attuale servizio di soccorso alpino in Abruzzo e in tutta Italia.

De Luca spiega che la legge di Protezione Civile che affida il servizio di soccorso alpino ai volontari del CAI è anacronistica e superata. Infatti, i volontari coordinano corpi statali, come il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e il Soccorso Speleo Alpino Fluviale dei Vigili del Fuoco, durante le operazioni di soccorso in montagna. “È come se, in un incidente stradale, i volontari coordinassero la Polizia Stradale per soccorrere gli automobilisti coinvolti“, evidenzia.

Inoltre, il C.N.S.A.S. riceve finanziamenti pubblici per oltre 10 milioni di euro all’anno, sollevando la questione dell’utilizzo efficace di queste risorse. De Luca suggerisce che sarebbe più opportuno destinare i fondi a squadre di professionisti altamente specializzati già esistenti, come quelli del SAGF, SAF e del Soccorso Alpino della Polizia di Stato, per aumentare l’efficacia dei soccorsi.

L’importanza dei cani molecolari

In situazioni come questa, il contributo dei soccorritori è cruciale. I soccorritori impegnati nelle ricerche del disperso sul Gran Sasso devono elitrasportare sulla vetta orientale i cani molecolari, animali con un’elevata percezione olfattiva. Questi cani possiedono da 200 a 320 milioni di recettori olfattivi, molti di più rispetto alla media dei cani. Questa straordinaria capacità olfattiva consente loro di rilevare odori anche molto tempo dopo che sono stati lasciati sul terreno, fornendo indicazioni vitali ai soccorritori. Solo i cani molecolari possono dare indicazioni importanti, rendendoli strumenti preziosi nelle operazioni di ricerca.

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