Flora a rischio di estinzione: focus sul progetto europeo LIFE SEEDFORCE al MUSE di Trento

Al centro dell’incontro dal 25 al 27 settembre, le attività di salvaguardia delle 29 specie autoctone del progetto europeo LIFE SEEDFORCE
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Tre giorni al MUSE di Trento per fare il punto sui progressi del progetto europeo che dall’ottobre del 2021 vede impegnati esperte/i da tutta Italia, oltre che dall’università di Lubiana, da quella di Malta e dal Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, in un’imponente attività di salvaguardia di 29 specie vegetali di interesse comunitario a rischio di spopolamento.

È la mission di LIFE SEEDFORCE, che opera su 76 siti della Rete Natura 2000 dove le specie target sono state selezionate per scarsità numerica, o per le condizioni di isolamento dovute a un habitat mutato per ragioni antropiche, come l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali e il pascolo eccessivo, l’invasione delle specie aliene o l’impatto del turismo.

Seedforce coinvolge centinaia di esperte/i, provenienti da università, giardini botanici, banche del seme, laboratori di genetica e aree protette, impegnati in perfetta sinergia nell’analisi delle specie e dei siti di intervento e nella riproduzione e reinserimento in natura delle piante per ripopolare gli habitat. Un lavoro estremamente delicato e impegnativo, basti pensare che molte piante crescono in luoghi impervi e difficili da raggiungere come sulle coste rocciose delle Isole Eolie, che si può riassumere in alcuni numeri che danno un’idea dei buoni risultati fin qui raggiunti: 669.033 sementi raccolte tra tutte le 29 specie interessate, 4.005 talee ottenute riferite a quattro specie, messa a dimora di 120.646 semi, presenza in vivaio di 19.271 piante adulte.

Visite sul campo

Se il MUSE sarà la base del meeting dove mercoledì mattina si avvierà la sessione tecnica che passerà in rassegna tutti i progressi raggiunti da Seedforce (sede in cui sono previste anche le visite alle serre, alle nurseries e alla banca del seme), giovedì 26 e venerdì 27 sono in programma visite sul campo estremamente interessanti per conoscere da vicino le tecniche impiegate e per discutere le pratiche di gestione al fine di garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie bersaglio.

Giovedì, la prima sarà sul monte Malachin e, nel pomeriggio, la seconda sul monte Zugna per vedere da vicino esemplari di Saxifraga tombeanensis e Dracocephalum austriacum. Giunti a quota 1540 metri slm, alla base delle falesie della Cima d’Arza, avverrà una dimostrazione dell’uso dei droni per monitorare le popolazioni nelle aree rupestri e una dell’esecuzione di fori nelle rocce dolomitiche per la traslocazione delle specie. A seguire, spostandosi a bordo di fuoristrada in altre aree di intervento, sarà spiegato il metodo di censimento con le bandiere e verranno messi a dimora alcuni esemplari nei giardini del Castel Thun. Infine, giunti a Sorgente del Pra, sarà possibile osservare l’unico individuo di Dracocephalum austriacum presente nei prati aridi e valutare la migliore strategia di traslocazione. Venerdì è prevista una visita sul Monte Barco Le Grave, a Inghiaie e al Lago Pudro per osservare piante di Gladiolus palustris e Liparis loeselii. Anche in questa occasione saranno trapiantati alcuni individui nei loro habitat originari.

LIFE SEEDFORCE 

LIFE SEEDFORCE si svolge in dieci regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto), in Francia (Provence-Alpes-Côte d’ Azur), a Malta e in Slovenia.

Il ricco partenariato, guidato dal MUSE (Museo delle scienze di Trento), coinvolge il Dipartimento di Biologia Ambientale – Sapienza Università di Roma, il Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, il Parco Monte Barro, Legambiente ONLUS, l’Ente Parco Nazionale della Maiella, l’Università di Ljubljana, Biotechnical faculty- Botanic garden, l’Università di Malta, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Genova, l’Università degli Studi di Palermo, il Centro di Ateneo Orto Botanico dell’Università di Padova, l’Università degli Studi della Tuscia – Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche e l’Università di Udine. Il progetto è inoltre cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente, Cambiamenti climatici e Pianificazione (MECP) e dalla Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ della flora spontanea italiana.

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