Il mistero della mappa più antica del mondo è finalmente risolto

Curiosamente, la mappa presenta alcune discrepanze rispetto alla realtà storica
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Nel cuore della collezione del British Museum, una piccola tavoletta d’argilla offre uno dei più affascinanti scorci sul mondo antico. Questo prezioso artefatto, conosciuto come la “Mappa babilonese del mondo” o “Imago Mundi“, risale al VI secolo a.C. e rappresenta la più antica mappa conosciuta del mondo. Realizzata in un’epoca in cui la cartografia era ancora agli albori, questa tavoletta non solo offre una vista dettagliata delle terre conosciute dai babilonesi, ma rivela anche la loro visione cosmica e culturale del mondo.

Una finestra sull’antico passato

La tavoletta, che misura circa 12,2 per 8,2 centimetri, è decorata con incisioni che rivelano una mappa unica: il mondo antico rappresentato come un disco circondato da un anello d’acqua, chiamato Fiume Amare. Al centro di questo disco si trova il fiume Eufrate, con la città di Babilonia – il cuore pulsante dell’antica Mesopotamia – che si staglia sullo sfondo. Il British Museum, custode di questo pezzo fondamentale della storia, descrive le etichette incise in cuneiforme che annotano ogni posizione sulla mappa, fornendo un collegamento diretto con il mondo che era.

La mappa e la sua interpretazione

Cosa ci racconta questa mappa del passato? Innanzitutto, essa rivela come i babilonesi percepivano e interpretavano il loro ambiente. La rappresentazione del mondo come un disco circondato da un anello d’acqua riflette non solo le loro conoscenze geografiche limitate, ma anche una concezione cosmica più ampia. L’Eufrate, come fulcro della mappa, sottolinea l’importanza di questo fiume nella vita quotidiana e nella mitologia babilonese.

Curiosamente, la mappa presenta alcune discrepanze rispetto alla realtà storica. Ad esempio, Babilonia è indicata su una sola estremità dell’Eufrate, mentre in realtà essa si estendeva su entrambe le rive del fiume per gran parte della sua storia. Questo suggerisce che i cartografi babilonesi potessero utilizzare una certa libertà artistica o simbolica, piuttosto che attenersi strettamente alla geografia effettiva.

Un’iconografia divina e regale

Sopra la mappa, un blocco di testo narra la creazione del mondo secondo la mitologia babilonese, attribuita al dio principale Marduk. Questo testo menziona una serie di animali esotici come la capra di montagna, il leone, il leopardo, la iena e il lupo, che potrebbero avere avuto significati simbolici o mitologici per i babilonesi. Inoltre, vengono citati sovrani illustri come Utnapishtim, un re noto per la sua sopravvivenza a un diluvio epico, che potrebbe richiamare l’epopea di Gilgamesh e altre narrazioni mitiche della regione.

Sul retro della tavoletta, troviamo una descrizione di otto regioni periferiche, conosciute come nagu. Ogni regione è brevemente descritta, offrendo ulteriori spunti sulla geografia e sulle conoscenze del tempo. Questo testo aggiunge un ulteriore livello di dettaglio alla nostra comprensione del mondo babilonese e delle sue frontiere conosciute.

Un pezzo d’arte e di storia

La Mappa babilonese del mondo non è solo un artefatto archeologico; è una testimonianza della curiosità intellettuale e della sofisticazione dei babilonesi nel trattare e comprendere il loro ambiente. La tavoletta, parte della collezione permanente del British Museum, è un ponte tra passato e presente, offrendo uno sguardo inestimabile su come una delle più antiche civiltà conosciute concepiva il mondo.

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